17 gare giocate, 2 mancanti al giro di boa, 25 punti in classifica e ottavo posto dietro Juventus, Inter, Napoli, Lazio, Fiorentina, Roma e Milan. Scusate se è poco! Il Catania delle meraviglie vince e convince ma, soprattutto, non smette mai di stupire. I rosso azzurri di Maran hanno intrapreso fin dall’inizio del campionato in corso un atteggiamento vincente, caparbio, volutamente offensivo e anche fatto di pressing asfissiante sul portatore di palla avversario. Un concentrato di furore agonistico scatenante in ogni posizione del campo. Da qualche tempo seguiamo con interesse il gioco degli etnei al pari della Fiorentina di Montella e, quasi tutte le volte, ne riportiamo grande e positiva impressione. Il Catania, vincitore per 3 a 1 contro la Sampdoria, ha dato dimostrazione di notevole reattività allo svantaggio iniziale che l’ha visto soccombere momentaneamente 0 a 1 contro i blucerchiati, in vantaggio grazie a un calcio di rigore battuto da Maresca. E’ sembrata quasi ferita nell’orgoglio la squadra di Maran, tanto è vero che, senza perdersi d’animo, ma mettendo in atto la lucidità delle grandi squadre, il Catania ha saputo reagire attraverso un gioco vivace e concreto che è l’emblema della freschezza atletica e mentale manifestata durante tutto l’arco della gara. Questo Catania ha assunto in pieno la tecnica e la cattiveria agonistica che è la caratteristica espressa dalla scuola argentina. I suoi illustri S-conosciuti, Nicolàs Spolli, Sergio Almiron, Gonzalo Bergessio, Mariano Izco, Mario Paglialunga, Alejandro Gomez, Lucas Castro, Mariano Andujar, Pablo Alvarez, Adrian Ricchiuti, Pablo Barrientos, sanno dare alla squadra un’impronta indelebile di grinta, carattere e volitività. Una perfetta armonia di valori e scuole calcistiche s’interseca abilmente e, in maniera disinvolta, con il resto dei componenti della rosa etnea. Ma la cosa che più fa riflettere del Catania di oggi è la consapevolezza della propria forza. Un segnale mentale che rafforza la complessiva tecnica di base e l’ottima organizzazione che ha saputo creare nel tempo il presidente Nino Pulvirenti, uno che sa stare sempre vicino alla squadra sia negli allenamenti sia in campo durante le partite. Sempre in prima linea il presidente etneo, da primo tifoso, capace di farsi valere anche dal punto di vista mediatico a sostegno e difesa della propria squadra che, più di una volta, non è stata propriamente agevolata dalla classe arbitrale. Ora è importante proseguire su questa strada, senza perdere la via maestra dell’umiltà. L’Europa è vicina e ci sono tutti i presupposti per credere che questo Catania possa ambire a tale traguardo. Siamo sicuri di ciò che sosteniamo in questa nostra analisi, senza il timore di essere smentiti. D’altra parte certe giustificate lodi che in questo periodo si moltiplicano da parte dei media a favore dei rosso azzurri di Maran, sono figlie del gioco essenziale, grintoso e anche spettacolare espresso in campo. Ora è importante sapere quanto potrà durare la tenuta atletica, fisica e mentale della compagine etnea. Se saprà mantenersi su questi livelli anche con l’avvento della primavera, sicuramente il Catania non finirà di stupire non solo i suoi naturali estimatori, ma anche di coloro i quali sostengono giustamente che andare a giocare al Massimino di Catania non è impresa facile per nessuno: neanche per i primi della classe.
Salvino Cavallaro
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