LA MALATTIA DELL’ANIMA DI HIGUAIN


Ancora un infortunio per il campione argentino che soffre di malumore.
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Torino, 22/07/2020 -


Intendiamoci, è quello che pensiamo noi del Pipita, il campione della Juventus che dopo il lungo lockdown dovuto al Covid 19 è caduto in crisi profonda. Una depressione iniziata con la malattia della mamma e proseguita in un perdersi di timori e paure accumulate anche dal fatto che la Juventus abbia deciso di non avvalersi più delle sue prestazioni fin dal prossimo campionato. L’età avanzata e il suo lauto contratto, hanno fatto sì che la Vecchia Signora abbia deciso di addivenire a un addio. Sguardo triste, preoccupato, che non nasconde una fragilità di base che nasce dal suo DNA. Basta poco per lui andare in depressione e rivedersi in un umore altalenante tra picchi di entusiasmo e demoralizzanti pensieri pessimistici offuscati da dati di fatto o anche senza motivo alcuno. E’ la storia di un ragazzo ricco e fortunato, cui non mancherebbe nulla per vivere serenamente la vita, la quale lo fa soffrire a ogni minimo intoppo. E anche adesso, il nuovo guaio fisico lo mette di malumore perché teme di non potere essere più protagonista prima dell’addio alla Juve. No, lui non teme che Cristiano Ronaldo superi il suo primato di 36 gol conquistato quattro anni fa in campionato con il Napoli, semmai se la prende col destino per l’ennesimo acciacco avvertito durante il riscaldamento della partita contro la Lazio. Ci teneva a giocare il Pipita, voleva sfruttare l’occasione di essere titolare in una partita importante della Juventus, proprio nel giorno in cui il suo allenatore gli aveva riposto fiducia. Ma quel dolore acuto che è partito dalla schiena e rivelatosi poi lombalgia, l’ha deluso, amareggiato, scoraggiato. Domani non sarà convocato per la trasferta di Udine e non si sa ancora se potrà essere recuperato per le partite successive. L’umore è nero (non bianconero) e la confusione regna sovrana nella mente di Higuain, un campione dal carattere difficile che non nasconde la fragilità d’animo. Maurizio Sarri che lo conosce bene, sa quando è ora del bastone e della carota. Ma lui, il Pipita Higuain, resta il campione in cui i fatti umani che gli capitano nel percorso della sua vita, risentono in maniera marcata sulla sua professione di calciatore. Storie di vita pallonara, in un umano sentire che non può non essere rispettato senza l’ausilio della sensibilità.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro