VALERIO NEGRINI, SCOMPARSO IL POETA DEI POOH


Valerio Negrini
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06/01/2013 -

Stasera sono un po’ triste; ho saputo che ci ha lasciato un amico,Valerio Negrini, il “quinto dei Pooh”. Aveva 66 anni, ma quando lo conobbi, quest’estate, ne dimostrava qualcuno in più. Stavamo nello stesso albergo,a Norcia, e abbiamo trascorso una serata insieme a parlare, più lui che io però.
Valerio aveva molte cose da raccontarmi, ma il tempo mancava ad entrambi,anche se per motivi diversi. Io tutto preso dalla mia passione per la squadra del Milazzo, che seguivo con grande entusiasmo,lui che cercava di catturare anche gli attimi della vita, che gli stavano  sfuggendo. Le sue domande sulla malattia, che lo aveva improvvisamente colpito, attendevano risposte sincere,che lui già però conosceva, non certo pietose bugie, come solevo porgergli io, con malcelato imbarazzo.

Pur di restare a parlare con Valerio, mi sottoponevo volentieri al suo quarto grado, perché alla fine ero sempre io a trarne vantaggio. Gli aneddoti della sua avventura  con i Pooh valevano qualche bugia in più da parte mia. Lo conobbi  in quei giorni di ritiro della squadra, ma, man mano che snocciolava i suoi ricordi, mi accorgevo che le sue memorie erano le mie e le sue canzoni riportavano a galla, dalle stanze segregate del mio cuore, vecchie storie d’innamoramenti e di abbandoni dolorosi, che adesso avvertivo  non come ferite mai più cicatrizzate,ma come dolci carezze e piacevoli emozioni,che mi avevano aiutato a crescere ed a capire me stesso,più di tanti scolastici insegnamenti.

“A soli 16 anni”,cominciò a raccontarmi,” formai il complesso dei Jaguars assieme a Remo Bertoli; da quel complesso dopo quattro anni, eravamo nel 1966, nacquero i Pooh. Io ero il batterista,ma scrivevo i testi delle nostre canzoni. Ci divertivamo con Roby Facchinetti, Dodo Battaglia, Red Canzian, finché il successo con il disco Opera Prima ci travolse e fu così che le regole che il nostro produttore Gaetano Lucariello ci impose, mi spinsero ad abbandonare il gruppo. Era il 1971 e fu un momento doloroso per me, che mi sentì tradito dai miei amici, che però comunque  mi chiesero di rimanere con loro in qualità di autore. Accettai dopo qualche mese di isolamento dal gruppo, durante il quale compresi che forse avevano ragione loro ed è così che divenni famoso come “quinto dei Pooh”.

Dopo un po’, gli chiedo, come nacque il nome Pooh, che tanto successo gli portò. “Un giorno”-mi dice-“ci proposero un contratto discografico con la Vedette, ma al momento di firmare qualcuno ci fece notare che c’era già un gruppo chiamato Jaguars. Bisognava trovare un altro nome, seduta stante: fu la segretaria della casa discografica Vedette, che tirò fuori il nome di Pooh. Ci guardammo in quel momento negli occhi: a noi andava bene in fondo qualsiasi nome ed anche se ci avessero proposto Bobby, avremmo accettato con entusiasmo. A quei tempi non vedevamo l’ora di entrare in una vera sala d’incisione!   Senti,gli dico, raccontami come nacque il vostro primo successo: Piccola Katy.

“Fu un caso-mi risponde con un mezzo sorriso di compiacimento-. Un giorno scrissi su un foglietto volante, allora non c’erano i post.it, una poesia prendendo spunto da una canzone dei Beatles: She’s leaving home. Trattava il tema delle ragazzine,che scappavano di casa all’improvviso. Allora era un tema molto sentito dall’opinione pubblica, perché i casi si ripetevano in continuazione. Ma in questo caso io invitavo quella ragazzina a tornare a casa dai suoi. Comunque abbandonai  quel foglietto da qualche parte; finì nelle mani di Roby,che una sera,tornando a casa dopo un addio al celibato con un gruppo di amici ,che quella sera avevano alzato il gomito,iniziò a cantare a squarciagola quei versi,accompagnandosi al piano, come solo lui sapeva fare! Registrò quella esibizione fra amici e, riascoltandola il giorno dopo,capì che poteva funzionare. Insomma, Piccola Katy , è nata così….
Sai ogni tanto qualcuno mi chiede quanto vendette quel disco. La mia risposta è:non lo so! Allora i numeri erano grossi,ma ti pagavano a modo loro. Pensa  venti o trenta mila lire quando gli girava. Non sto scherzando,erano altri tempi,.non avevamo nessun controllo e,ricordo,che non fummo scritti alla SIAE per alcuni anni,almeno tre,per cui non abbiamo firmato neanche i nostri pezzi all’inizio. In altri termini i nostri diritti andavano agli stessi discografici. A me non importava moltissimo ed anche agli altri del gruppo: per noi bastava il successo ma soprattutto l’affetto, di cui ci circondavano i nostri fan.

La nostra chiacchierata finisce qui,la moglie mi dice che non può affaticarsi. Insieme ci salutiamo canticchiando Piccola Katy. Fu l’ultima volta che lo vidi, ma stasera, mentre scrivo e ascolto le sue canzoni, mi accorgo di avere gli occhi umidi. No, non  è perché sono triste: è soltanto perché ho capito che   Valerio Negrini, il “quinto dei Pooh”, è scappato via,come la sua piccola katy, ma a noi non mancherà mai. Ci ha lasciato le sue poesie e tanta musica per colorarle. Grazie Valerio!
                                          
Attilio Andriolo


IlCalcio24 Redazione