UNA STORIA VERA LEGATA ALLA PASSIONE PER IL CALCIO


Milazzo
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14/11/2012 -

Ci sono storie correlate al mondo del calcio che ci lasciano spesso assorti per la loro singolarità e ci fanno riflettere su come possano incidere su di noi e nascere proprio dalla vita di tutti i giorni. “Calcio, metafora di vita”. Un leitmotiv cui spesso facciamo riferimento noi che scriviamo di calcio, anche in considerazione del parallelismo che il mondo del pallone ha con certi accadimenti quotidiani. Ma ci sono sogni racchiusi nel pallone, che non sono solo legati al desiderio profondo di diventare un calciatore professionista. Sì, perché anche chi, ad esempio, fa il medico di professione, può ambire al suo sogno chiuso nel cassetto; quale? Quello di diventare medico ufficiale della squadra di calcio per la quale fa il tifo fin da piccolo. Attilio Andriolo, medico chirurgo di lungo corso, fin da ragazzino ha rincorso il pallone come tutti, come tanti altri bambini. Nei campetti sterrati della sua Milazzo, ma anche nelle strade, nelle piazze, in Marina Garibaldi e dove c’era lo spazio necessario per calciare quel pallone e fare gol in quelle “storiche” porte formate da due cartelle scolastiche poggiate a terra ancora piene di libri o, più semplicemente, con due maglie tolte da dosso per il troppo caldo. Ricordi fantastici di un bimbo che oltre ad essere juventino ama come tanti la squadra della città in cui è nato. Studia, si laurea e sceglie per vocazione la professione di medico chirurgo raccogliendo così il frutto dei sacrifici, talora pesanti, fatti da papà e mamma. Una storia bella, forse d’altri tempi, ma davvero appassionante se solo pensiamo alla legittima felicità e alla commozione di mamma e papà Andriolo nel vedere il proprio figlio laureato “dutturi”. Classici i confetti rossi post laurea e l’orgoglio di distribuire a parenti e amici quel sacchettino contenente il cartoncino bianco con il titolo di “Dott. Attilio Andriolo”. Poi, la sua vita dal punto di vista professionale si aprirà a nuovi orizzonti e si dipanerà attraverso mille esperienze ospedaliere di vario genere. Ma il pallone è sempre lì, sulla testa di Attilio, rotola sul campo e si fa sogno anche tra un bisturi e l’altro pur con la fermezza e l’indiscutibile etica professionale nell’incedere delle sue operazioni chirurgiche, mettendo sempre al centro di tutto l’importanza della vita. Gli piacerebbe diventare il medico sociale della S.S. Milazzo, sì, proprio di quelle “aquile rossoblu” che lui ama fin da bambino. Poi, nell’inseguire questo sogno e, con il passare degli anni, si accorge che diventa sempre più difficile poter raggiungere ciò che lui ha tanto desiderato nella vita. Improvvisamente però, come per incanto succede nelle favole, riceve una telefonata da parte della nuova società capitanata da Giuseppe Peditto, il quale gli propone di occupare il ruolo di medico della squadra del Milazzo. Lui, senza battere ciglio e felice della proposta attesa da una vita, accetta, e con l’entusiasmo alle stelle nel giorno della presentazione ufficiale dei rossoblu, sale sul palco dell’Atrio del Carmine e, visibilmente commosso, esclama:  “Oggi si realizza il sogno della mia vita, sono davvero felice ”. E così, senza badare a contratti e remunerazioni di sorta, s’invola con l’entusiasmo di un principiante nel curare i giovani calciatori del Milazzo, fin dal primo giorno di ritiro a Norcia. Naturalmente le spese sono state a suo carico, ma l’entusiasmo per nulla nascosto di potere essere utile alla causa della rinascita di una società che sembrava funestata da mille traversie, era più forte di tutto. Ma, purtroppo, le cose non vanno bene neanche con questa nuova dirigenza e, nonostante l’ardire di Attilio Andriolo che nulla può di questa ennesima disfatta del Milazzo, la società passa ancora ad altre mani. Lui, dopo aver dato tanto in tutti i sensi, aspetta una chiamata da parte della nuova società ma, questa volta, non arriva più. Svanisce così come neve al sole il sogno sempre cullato di Attilio Andriolo, prima realizzato e immediatamente infranto. E’ stato poco il tempo in cui egli ha avuto l’opportunità di attuare ciò che ha sognato fin da quando ha cominciato a rincorrere il pallone “milazzese”. Oggi, con il senno di poi, pur con l’amarezza dettata da mille motivi, Attilio ritornerebbe volentieri indietro a quel fatidico giorno in cui ricevette quella telefonata tanto attesa: “Dottor Andriolo, le proponiamo di far parte della società S.S. Milazzo nel ruolo di........”

Salvino Cavallaro


Salvino Cavallaro