TRA CALCIO E AMICIZIA, INIZIA LA XXIII EDIZIONE DE: «IL PALLONE IN MASCHERA»


Potrei
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12/01/2014 -


“Il tempo scorre inesorabile, ma ognuno di noi può dargli un senso diverso….”. Sembra ieri che ho conosciuto per la prima volta il Cit Turin e sembra ieri che la redazione del mitico Piemonte Sportivo diretto dal compianto Domenico Moscatelli m’indicò di seguire il torneo “Il Pallone in Maschera”. Ricordo che ero animato dal “sacro fuoco” di scrivere per fare informazione. Stilare i primi articoli di quella che sarebbe poi stata una lunga carriera giornalistica, aveva per me un profumo e un sapore particolare che ancora oggi sento appiccicato addosso come fosse una mia seconda pelle. Erano gli anni in cui il vecchio presidente Schiffo lasciò le redini della società al più giovane Angelo Frau, un uomo corpulento dallo sguardo intelligente che dava tutta l’impressione di volere fare le cose per bene, con serietà, proprio com’è tipico del popolo sardo e della sua terra d’origine. E, infatti, col senno di poi, non mi ero sbagliato sul suo conto, come non si erano sbagliati neanche i giovani colleghi convocati a una sorta di fugace conferenza stampa per annunciare l’uomo nuovo dell’ASD Cit Turin, una società di calcio dilettantistica di Torino che era destinata a crescere e a diventare tra le società più competenti a seguire i giovani dilettanti del pallone della città sabauda. Un campetto di Corso Ferrucci angolo Corso Vittorio a Torino che appariva scarno, ma orgoglioso della sua piccola e povera struttura destinata un giorno a diventare qualcosa d’importante, soprattutto nella gestione e nella preparazione dell’addestramento tecnico ed educativo dei giovani calciatori.
Ma il vero fiore all’occhiello del Cit Turin è da sempre rappresentato dal Torneo “Il Pallone in Maschera”. Una manifestazione sportiva che fa parte della storia di questa società di calcio, orgogliosa com’è di presentare tutti gli anni qualcosa che a livello di Settore Giovanile e Scolastico Provinciale e Regionale, si fregia probabilmente di essere unica nel suo genere in tutto il Piemonte. Il Torneo, riservato alla categoria Pulcini, rappresenta il giusto ingrediente per far intersecare i colori festosi e bizzarri del carnevale con la spontanea passione sportiva del calcio giocato dai bambini, come sano e puro divertimento. Già, il pallone da rincorrere. Il gioco più antico del mondo è il primo istintivo divertimento per ogni bambino. E qui, al Cit Turin, il bambino in età scolare può trovare sicuramente la palestra di crescita tecnica ma, soprattutto, educativa e sociale. Anche in virtù di questi valori è stato organizzato da 23 anni a questa parte il Pallone in Maschera che è, e resterà per sempre, il simbolo dell’incontro di tanti bambini festanti venuti da tutto il Piemonte.
32 sono le squadre partecipanti, suddivise tra Pulcini nati nel 2003 (che giocheranno a sette) e Pulcini nati nel 2005 (che si presenteranno in campo con cinque giocatori). Otto saranno i gironi composti da quattro squadre ben guidate da Gianduja che darà inizio alla festa. Toccherà poi a Balanzone, Arlecchino, Pulcinella, continuare l’avventura. E’ dunque una festa. La festa dei bambini cui vincere o perdere la partita deve avere lo stesso significato. Certo, i sorrisi si alterneranno alle facce tristi, alle lacrimucce e alla rabbia di aver perso la partita, soprattutto da parte degli inguaribili genitori, ma l’importanza e lo scopo del raggiungimento dell’aggregazione sociale e delle sue relazioni, resta fondamentale e sopra ogni cosa. Potrei parlare dell’ottima qualità delle squadre partecipanti (Juventus, Torino e innumerevoli altre illustri società del Piemonte) e di un albo d’oro che si fregia di una bacheca colma di coppe; ma non avrebbe significato se non dicessi che quelle stesse coppe vinte contengono il grande lavoro e la fatica degli organizzatori, dei dirigenti accompagnatori, degli istruttori, degli addetti ai lavori, che sapientemente e con amore svolgono un oscuro impegno per la buona riuscita del torneo.
Gli anni sono passati inesorabili da quell’ormai lontano 1992 in cui iniziò il Pallone in Maschera. I bambini di allora, oggi sono cresciuti e, pur non essendo diventati calciatori come aspiravano mamma e papà, certamente sono diventati uomini che hanno saputo far propri i veri valori della vita. E quel pallone che prima rincorrevano come semplice gioco, si è trasformato in emblema di un qualcosa da raggiungere per avere successo nella vita. E, di questo, potranno sicuramente dire anche un piccolo grazie al Cit Turin e a quel Pallone in Maschera cui parteciparono tanti anni fa assieme a Gianduja, Balanzone, Arlecchino e Pulcinella. Un po’ come sfogliare l’album dei ricordi di come essi erano prima di crescere.

Salvino Cavallaro


Salvino Cavallaro