TORINO, TIFOSI DELUSI C`È BISOGNO DI UNA SVOLTA


Torino
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13/12/2012 -

Partite perse malamente, difficoltà di andare in gol, problemi di compattezza del gruppo e, soprattutto, il quint’ultimo posto in classifica tolgono il sonno al popolo granata. Lo spettro di un ritorno in Serie B si avvicina terribilmente e, non sapere trovare la quadratura del cerchio, amareggia anche il più acceso sostenitore della fatidica Curva Maratona. Il Torino sta vivendo un periodo molto delicato e, come spesso succede in questi casi, si cerca di capirne le cause. La squadra ha problemi dovuti a valori di mediocre livello tecnico ma anche di unione di gruppo. A Giampiero Ventura, tecnico di grande esperienza, sembra sfuggire di mano la situazione e l’alterco con Cerci nell’intervallo della partita Torino – Milan è l’emblema di una situazione di difficile soluzione. Il presidente Cairo dirige i lavori direttamente da Milano e la sua presenza agli allenamenti della squadra granata non è mai continuativa. Troppo fugaci le sue apparizioni all’interno di un gruppo che avrebbe bisogno del suo apporto quale medicina per creare coesione e serenità, anche attraverso un messaggio di umiltà e attaccamento alla squadra. Certo, il popolo granata è stufo di assistere da anni a campionati di basso profilo, sempre incerti, sofferti fino all’ultimo e mai distesi e spensierati. E, se anche l’impareggiabile fede granata duramente provata nell’orgoglio dà segni di stanchezza, è altresì vero che l’idea di abbandonare il Toro in tanti anni di momenti difficili, non sfiora neanche l’anticamera del cervello dei tifosi. Tuttavia, è bene fare alcune considerazioni oltre quelle già chiaramente espresse fin qui. La squadra è passata dal canonico 4-4-2 iniziale a un assetto tattico più spregiudicato, e cioè al 4-2-4 che posiziona Cerci e Santana come esterni alti. Così, Bianchi e Meggiorini che sono le due punte di ruolo, sono costretti a intervallarsi come trequartisti, indietreggiando invece di ricevere palloni alti per colpire di testa in area di rigore. E ancora: perché non dare fiducia allo scalpitante Sansone al posto di un Meggiorini apparso più volte in difficoltà nel concepire il ruolo preteso da Ventura? C’è poi un altro aspetto importante: e cioè l’eterna mancanza di una “luce” a centrocampo che possa dettare i tempi di gioco. Insomma un leader, un uomo d’ordine dai piedi “buoni”capace di consentire ordinatamente alla squadra di offendere e, al contempo, di interdire il gioco degli avversari. Domenica prossima si gioca a Genova un pezzo importante di Serie A, anche in considerazione del fatto che i rossoblu genoani, occupando il penultimo posto in classifica,  non sono disposti al pensiero di non dovere conquistare i tre punti in palio. Ma il Toro non può piegarsi al volere dell’avversario, deve pensare a sé e alla sua strada da seguire. C’è bisogno di reagire con veemenza, con cattiveria agonistica, per non continuare a precipitare in maniera imbarazzante nel vortice degradante della più profonda classifica. Vedremo quello che sarà il futuro di questo Torino, società simbolo che è  carica di storia passionale ma anche di instabilità di rendimento che, nel tempo, ha condotto un andamento altalenante, mai fatto di raggiungimento di grandi traguardi. Prima o poi ci dovrà pur essere una svolta positiva in questa società granata che ambisce a conquistare il cuore delle nuove generazioni di tifosi; ma se non si vince mai nulla, come potrà pretenderlo? Dunque, si adoperi presto il presidente Cairo a investire su quella qualità di giocatori che oggi, purtroppo, manca a questo Torino.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro