QUANDO IL CALCIO SOSTIENE LA SPERANZA


A volte ci sono sentimenti
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30/05/2013 -

A volte ci sono sentimenti che si sprigionano da cose apparentemente materiali, come un semplice pallone che gira in mezzo a un campo di calcio tra 22 giocatori. Pensieri che coinvolgono ed emozionano fino a farti riflettere quanto è bello fare qualcosa di buono per le persone meno fortunate. E così, allo Juventus Stadium di Torino nel corso della Partita del Cuore 2013, nel vedere 41.000 spettatori inneggianti spensieratezza e felicità, ho pensato quanto è straordinario “gioire” a beneficio di coloro che soffrono. Sembra un controsenso, eppure nel vedere il coinvolgente entusiasmo della gente assiepata sugli spalti di questo armonioso stadio torinese, mi sono emozionato al pensiero che eravamo accorsi tutti lì per loro, per noi, per coloro i quali sono legati a quell’unica speranza di vita che si chiama “RICERCA”. Pensieri profondi che ti assalgono tra il frastuono gioioso, lo sbandierare colorato dei vessilli della Ferrari, le bellissime coreografie, le “ola” e i flash delle macchine fotografiche che immortalano con comprensibile curiosità i campioni e gli artisti del mondo dello spettacolo. Sfilano a due passi da noi con tanto di maglietta e calzoncini corti, Raul Bova, Matteo Renzi, Andrea Agnelli, Antonio Conte, Pavel Nedved, Ciro Ferrara, Paolo Montero, Claudio Sala, Alessandro Preziosi, Massimo Giletti, Fernando Alonso, l’ex granata Lentini, Luca Barbarossa e tanti altri artisti e campioni di calcio convenuti qui per una causa nobile. Equità nel risultato finale, che ha visto la squadra Nazionale cantanti pareggiare 9 a 9 contro il team “Campioni per la ricerca”. 18 i gol realizzati in 90 minuti, 1 milione e mezzo di euro raccolti per la ricerca scientifica, di cui 457 mila euro sono stati ricavati dalla vendita dei biglietti allo Juventus Stadium e un milione di Euro sono arrivati dagli sms solidali, il cui numero 45501 è possibile fare fino al prossimo 31 maggio.  Davvero un successo di pubblico senza precedenti, una presenza di spettatori pari ad una attesa partita di Champions League. Non so dire se è stato più il cuore a richiamare tante persone arrivate da ogni dove, piuttosto che la giustificata curiosità di vedere da vicino i propri beniamini dello sport e dello spettacolo, fatto è che si è raggiunto un obiettivo di vera importanza storica. Sia Telethon che l’Istituto per la ricerca e la cura contro i tumori di Candiolo, non hanno mai raggiunto un traguardo d’incasso così alto a beneficio della ricerca scientifica. Un segno di civiltà e generosità commovente, proprio nel periodo di crisi economica che investe la stragrande maggioranza della popolazione italiana. Non importa se abbiamo tutti pochi soldi, importante è stringersi insieme all’unisono per un bene comune, e cioè a quella ricerca cui chiediamo accoratamente di fare presto. E così, a fine gara, quella Coppa alzata al cielo dai due capitani, Antonio Conte e Luca Barbarossa, ha avuto un significato diverso dal solito. Infatti, una volta tanto, sul campo di calcio non ci sono stati vincitori e neanche vinti, ma è stata premiata la solidarietà e il cuore della gente. Grazie, caro, vecchio pallone!

Salvino Cavallaro           

 


 

Salvino Cavallaro