PROGETTO ROMA, IL CREDITO DEI TIFOSI STA PER ESAURIRSI


Discorso non facile in una citta` passionale come Roma
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23/04/2012 -

Preciso subito: io son stato fin dall`inizio un estimatore di questa societa`,di questo progetto e di questo allenatore perche`, per carattere, sono uno che ama le novita`, mi piace guardare avanti e non indietro, mi considero un cosmopolita, un cittadino del mondo e ho sempre sognato che questa squadra si sdoganasse un po` dai confini del raccordo anulare per acquisire valenza internazionale.

Discorso non facile in una citta` passionale come Roma, con molti tifosi legati, giustamente, a tutto cio` che questa citta` rappresenta ma che alla fine diventa un limite se non ci si apre al mondo, il che non significa rinnegare le proprie origini.

Parlando, e anche litigando a volte, con molti tifosi contrari per principioa tale rivoluzione culturale, come e` stata soprannominata da Baldini e Sabatini, ho anche fatto paragoni scomodi con altre rivoluzioni calcistiche vissute da questa squadra, in primis quella del mai dimenticato Dino Viola, l`artefice della trasformazione della Rometta degli anni 70 nella Grande Roma degli anni 80: l`ingegnere diede carta bianca a Liedholm, il quale, in un epoca in cui in Italia tutti marcavano a uomo, impose il gioco a zona subendo all`inizio sonore batoste e pesanti critiche dall`ambiente romano,ma andando avanti per la sua strada, supportato in tutto e per tutto dalla societa`. In 4 anni arrivo` il 2 scudetto della storia romanista e sarebbero stati di piu se non fosse soffiato qualche gelido vento del nord a sbarrarci la strada&Poi ho ricordato agli stessi tifosi come il grande Franco Sensi( dopo l`infelice parentesi di Ciarrapico) continuo` a portare avanti tale progetto, in perenne guerra col Palazzo fino ad arrivare al 2 scudetto (nel mezzo tante Coppa Italia). Nel fare questi paragoni, mi rendo conto molto azzardati, volevo semplicemente far notare ai tifosi piu intransigenti che qualsiasi rivoluzione, piccola o grande che sia, necessita` di tempo e non si consuma nel breve spazio di pochi mesi&figuriamoci una di tale portata,che vuole, con la nuova proprieta` americana, addirittura sdoganarci a livello internazionale. Ovviamente mi son preso del visionario, del folle per aver osato paragonare  il GRANDE BARONE a Luis Enrique e i due piu` grandi presidenti che la Roma abbia avuto ad un pool di americani che non sono neanche tifosi ma investitori.

Credo che il pallone sia profondamente cambiato, la figura del padre padrone tifoso, delle partite alla domenica pomeriggio, sono tutte cose facenti parte di un bel calcio romantico ma che non ce` piu.  Siamo nell`epoca della globalizzazione, molte societa` straniere hanno proprieta` arabe  o americane, le partnership diventano fondamentali cosi come lo stadio di proprieta`, uno dei cavalli di battaglia degli americani, e noi italiani siamo indietro rispetto ad inglesi, spagnoli e tedeschi e questo si riflette in generale in tutto il nostro movimento calcistico che, complice anche il non facile momento che vive il paese e anche le lentezze burocratiche per fare qualsiasi cosa, sta vivendo un momento di flessione enorme.

Mi si obietta sempre che senza risultati e senza una grossa squadra non si va da nessuna parte, e sono d`accordo, ma credo lo sappiano bene anche i vari Pallotta, Dibenedetto, Baldini e Sabatini i quali non mi sembra si siano risparmiati il mercato scorso(da quanto la Roma non faceva tanti e tali acquisti? Che poi siano azzeccati o meno e` un altro discorso)

Per concludere, purtroppo la stagione non e` stata all`altezza ma credo bisogna andare avanti col progetto: se a portarlo avanti sara ancora Luis Enrique o si cambiera` allenatore lo sapremo a fine stagione, mi auguro che qualunque sia la scelta si riveli azzeccata perche` il credito che comunque i tifosi della Magica hanno dato credo stia per esaurirsi.

 

 

Mauro Di Natale