MILAN, DA ALLEGRI A BERLUSCONI: PROBLEMI INFINITI


L`intero ambiente rossonero non gira
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10/10/2012 -

L'unica cosa che poteva tirar su il morale e sistemare un po le cose in casa Milan era il derby: il risultato però lo conosciamo tutti e ora sono evidenti degli scenari a dir poco preoccupanti.

La squadra latita, Allegri sembra in bilico e dietro di lui già scalpitano in tre- quattro, Berlusconi continua a stare lontano dalla società e pure Galliani è stato messo in dubbio qualche settimana fa.

Andiamo però per ordine: Adriano Galliani, amministratore delegato rossonero, uomo di fiducia della società, due settimane fa è stato messo in dubbio. Berlusconi ha smentito tutto ma il fatto che comunque lui non intervenga più di tanto sulle problematiche rossonere pesa un pò. Ad ogni modo questo sembra essere il problema minore: dubitiamo che uno scossone interno possa coinvolgere pure lui.

 Scossone che può arrivare da una cessione della società: ecco, Silvio Berlusconi è un problema abbastanza grosso adesso. Escludendo il lato economico sempre in deficit, si susseguono voci circa nuovi acquirenti del Milan: Ferrero è l'ultimo di una lunga lista e l'ex Presidente del Consiglio negli ultimi sei mesi ha fatto sentire la sua voce soltanto tre volte (prima quando annunciava che T.Silva restava, poi quando ha spiegato a Milan Channel che si doveva vendere perchè la società era in crisi, e poi recentemente per confermare con una nota Galliani, ndr.). Presente per il "Berlusconi" ad inizio anno, si è notata la sua assenza nel derby: evidentemente il compleanno di Putin era più importante...

 Capitolo Allegri: nel derby i suoi hanno giocato, hanno creato qualche occasione e possono recriminare per le decisioni arbitrale. Fatto sta che i tre punti non sono arrivati e adesso sul banco degli imputati, come sempre, va lui: con la Lazio potrebbe anche essere una delle ultime chances per lui in vista di una sperata conferma. Al suo posto, si sa, Inzaghi scalpita: non è da escludere però che, se non si aggiustino le cose Galliani non decida di far "traghettare" la squadra a Tassotti, salvo poi affidarla a Pep Guardiola, come si è lasciato scappare tempo fa Mazzone ("Pep l'anno prossimo allenerà a Milano..." ndr).

 Dicevamo della squadra: i giocatori ancora non hanno assimilato il cambio di modulo e l'assenza di T.Silva e, soprattutto, Ibra si sente. A testimonianza di ciò ci sono numeri eloquenti: i rossoneri quest'anno hanno fatto 7 gol (4 El Shaarawy e 3 Pazzini), lo svedese da solo ne ha gia fatti 9. A questo va aggiunto che Robinho e Boateng, ottimi l'anno scorso, quest'anno sono inguardabili, che Allegri ha cambiato nelle ultime 7 partite per ben 7 volte l'assetto difensivo, che De Jong non è esattamente l'acquisto che serviva a questa squadra, che Bojan è, se possibile, più scarso dello giocatore visto con la Roma, che Pazzini dopo la tripletta di Bologna si è spento e che forse nello scambio con l'Inter c'hanno guadagnato i nerazzurri, che la panchina è troppo corta, che Pato oramai è un desaparecidos, e che la squadra soffre terribilmente i calci piazzati. Ovviamente ci sono gli aspetti positivi: De Sciglio ha un buon futuro, Montolivo sembra essersi svegliato dal torpore iniziale ed El Shaarawy è esploso definitvamente. Occhio Milan però,  solo questo non può bastare...


  



Luca Bonaccorso