JUVENTUS, IL GOL QUESTO SCONOSCIUTO


Juventus Lazio
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18/11/2012 -

Se nel calcio vigessero le stesse regole del pugilato, la Juventus, probabilmente, non avrebbe avversari nel computo dei punti accumulati per meriti di gioco. Ma nelle regole esistenti che fanno la bellezza del gioco del pallone, il gol resta pur sempre la “conditio sine qua non” senza la quale non si può certamente ambire alla vittoria. La Juve vista allo Stadium di Torino contro la Lazio, ha evidenziato i soliti problemi di finalizzazione della notevole mole di gioco prodotto. Tranne la parentesi dei sei gol realizzati a Pescara e i quattro segnati in Champions nella partita contro il Nordsjaelland, i bianconeri di Conte evidenziano sempre più la fatica di andare in gol. A memoria non ricordiamo un significativo S.V. dato a Buffon nell’arco dei novanta minuti di una partita. Ebbene, contro la Lazio, il migliore portiere al mondo non ha avuto l’occasione di parare neanche un tiro da parte della squadra avversaria. Questo la dice tutta sull’analisi di una partita che, finita con il punteggio di 0 a 0, c’induce a fare il solito pensiero, reso ormai monotematico, su una Juve che manca essenzialmente di un top player. I bianconeri senza Pirlo e Vucinic hanno attaccato e creato numerose occasioni da rete, rese vane dall’imprecisione degli attaccanti e dalle grandi parate di Marchetti, sembrato galvanizzato dal continuo parare palloni arrivati da più parti, senza tuttavia impensierirlo (tranne in una occasione) più di tanto. Il muro alzato dai biancocelesti di Vlado Petkovic è valso a conquistare un punto importante per smuovere la classifica e, soprattutto, per essere usciti indenni dal catino dello Juventus Stadium. D’altra parte, le squadre che vengono a Torino per giocare contro la Juventus, adottano una tattica difensiva cercando di bloccare sul nascere le azioni bianconere che, forti del proprio centrocampo, attaccano smaniosamente nel tentativo di segnare. Ma è proprio lì che si evidenziano i nodi al pattine. La sostanza di un gioco spumeggiante, fatto di pressing alto, asfissiante e di un’alta percentuale di possesso palla, non garantisce la vittoria di una Juve che non riesce a fare gol. E, nell’altra partita serale, neanche il Napoli di Mazzarri ha saputo approfittare del mezzo passo falso della Juve. In vantaggio di 2 reti a 0, si è fatta rimontare dal Milan, grazie a una doppietta del capocannoniere El Shaarawy, astro nascente del calcio italiano. I rossoneri sono apparsi meno brutti delle precedenti partite, dando una parvenza di carattere e anche di quel gioco che fino ad oggi, per i rosoneri, è stato latitante. Evidentemente, il cavaliere Berlusconi, grazie all’incontro avuto in settimana con la squadra e il suo allenatore, ha saputo infondere quel senso dell’amor proprio che sembrava essersi perso da tempo. Per quanto riguarda invece il Napoli notiamo che, nonostante i gol e il bel gioco costruito in maniera globale dalla squadra, ci siano dei limiti caratteriali che non la rendono ancora matura per quel salto definitivo di qualità auspicato dai tifosi partenopei e, in primis, dal presidente De Laurentiis. Vedremo quello che ci riserverà il futuro prossimo del campionato del pallone italiano. D’altra parte, l’opinabilità e l’imprevedibilità di una materia per nulla esatta come il calcio, ci ha abituato da tempo che certe analisi emerse oggi, possano essere tranquillamente smentite già da domani. Tutto è possibile. In fondo, è anche per questo che il calcio ci conquista sempre più.

Salvino Cavallaro                   


Salvino Cavallaro