JUVENTUS, CONTE E IL SUO DIKTAT


Il calcio diventa
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26/09/2013 -

Il calcio diventa sempre più destinato a essere meno democratico e più dittatoriale per chi non rispetta le regole. Il diktat impartito da Antonio Conte alla sua Juventus a seguito del comportamento di Andrea Pirlo che, dopo essere stato sostituito si è rifugiato negli spogliatoi anziché sedersi in panchina come solitamente si fa, ha creato un po’ d’irrequietezza nell’ambiente juventino. “Quando un giocatore esce dal campo, a meno che non sia in barella o con una gamba rotta, deve restare a guardare la partita insieme ai compagni. Altrimenti ci sarà una forte multa e il giocatore starà un mese fuori rosa; chiunque sia, io non faccio distinzioni. Le regole devono essere rispettate da tutti, nessuno escluso”. Queste le parole di Antonio Conte in sede di conferenza stampa in quel di Vinovo a fine allenamento. “Voglio che questo discorso sia chiaro per tutti, fin dalla prossima partita”, continua il mister juventino. I colleghi in sala che avevano sollevato il problema, prendono appunti e quasi non credono a una presa di posizione così netta e inconfutabile. Non sappiamo se questa presa di posizione di Conte sia avvenuta anche a seguito dei fatti avvenuti a San Siro dopo la partita Milan - Napoli da parte di Balotelli, giocatore che non conosce le regole del vivere e appartenere a una società di calcio. Certo è che Conte, prendendo come spunto l’uscita di Pirlo che per dimostrare la sua delusione per la sostituzione è entrato subito negli spogliatoi, ha voluto tenere in pugno una situazione che in futuro avrebbe potuto dare risvolti negativi da parte di qualcuno. Ma la Juve un calciatore dal carattere difficile come quello di Balotelli non ce l’ha, tuttavia, è bene far capire a giocatori professionisti e super pagati che certe regole vanno rispettate. E’ un calcio che deve necessariamente ritornare con i piedi per terra, senza strani voli pindarici e senza allargare il senso dell’anarchia. Crediamo che la tirata d’orecchie fatta ad Andrea Pirlo, giocatore e uomo sostanzialmente corretto, sia da esempio soprattutto per il gruppo che è anche formato da giocatori più giovani di lui. Noi ci allineiamo al pensiero di Conte, non certo perché lo riteniamo una sorta di duce nella sua Juventus, ma per quel senso etico della professione che deve essere da esempio in campo e nella vita privata. Pirlo non è un caso nella sua Juventus, semmai è più semplicemente l’uomo e il calciatore da imitare, per questo Conte ha ripreso un comportamento che non è certamente consono al giocatore bresciano.

Salvino Cavallaro      


Salvino Cavallaro