SERIE A, I DIECI PUNTI PER LA RISALITA


Mancano solo tre giornate alla conclusione del campionato
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07/05/2013 -

 Mancano solo tre giornate alla conclusione del campionato 2012-2013, un campionato che a dispetto di una superiorità schiacciante della Juventus, è stato pieno di polemiche, e allora viene naturale chiedersi il perchè di tante polemiche, anche in un campionato in cui sin dall'inizio ci sono stati pochi dubbi sulle forze in campo. La classe arbitrale è scarsa, i media sviscerano ogni episodi perchè la discussione vende, ancora meglio se si fa virulenta, ma questo non basta a spiegare il perchè di tanti veleni. E allora mi tornano alla mente i capannelli di giocatori intorno all'arbitro dopo ogni decisione (ormai anche per i falli laterali...) i boati del pubblico ad ogni episodio dubbio, i tanti giocatori che mandano a quel paese gli arbitri (alcuni sistematicamente puniti, altri no), rigori, che siano dubbi, lampanti, inesistenti, in tutti i casi sempre contestati. E tutto questo si riflette negativamente nei comportamenti delle nostre squadre giocano in europa, dove i nostri piagnistei e il nostro malcostume della protesta risulta insopportabile per arbitri e avversari. E oltre ai problemi arbitrali il pietoso confronto anche dal punto di vista sportivo con le altre realtà in ambito Europeo, dove ormai anche le squadre portoghesi, rumene e ucraine ci fanno paura. E le nostre squadre sempre alle prese con spese eccessive, rose elefantiache, poche risorse per il mercato, che si permettono di snobbare una competizione europea come l'Europa League, e si arriva al paradosso di tante squadre che preferiscono arrivare terze in campionato piuttosto che vincere un trofeo; se un attimo ci fermiamo a pensare è un'aberrazione dello spirito sportivo: meglio arrivare terzo piuttosto che aggiungere un trofeo in bacheca. Assurdo.
    E allora per questo mi viene in mente una rivoluzione delle regole del nostro campionato per un calcio migliore, un decalogo per competere al meglio ed evolvere, per poterci confrontare al meglio anche in campo europeo e mondiale a livello di club e di nazionale:

    1) Arbitri professionisti e autonomi rispetto alla Lega Calcio, si eviterebbero sospetti sulla sudditanza e dipendenza degli arbitri da club che guidano la lega, ed essendo riconosciuti come una professione gli arbitri si dedicherebbero solo a questo, allenandosi per il loro lavoro di arbitro.

    2) Puniamo gli errori arbitrali : come per i calciatori, che dopo un tot di ammonizioni hanno un turno di squalifica, lo stesso valga per gli arbitri. Al lunedì confronto tra arbitri e società, dove si valutano gli episodi dubbi, gli arbitri che sbagliano più spesso vengano fermati per un mese, durante il quale si allenano e si aggiornano, e riprendono, se perseverano negli errori potrebbero essere declassati. Negli sport americani è più o meno questo il sistema

    3) Via gli arbitri di porta, si sono rivelati inutili, ed aumentano inutilmente le voci e le opinioni in campo sugli episodi. Per valutare se la palla ha varcato la linea si utilizzi l'occhio di falco, funziona nel tennis dove si gioca con una pallina di 6 cm di diametro che viaggia a 180 Km/h, non ho capito perchè non può funzionare nel calcio, dove la palla è molto più grande e mediamente più lenta del tennis.

    4) tolleranza zero con polemiche e proteste in campo. Basta con gli assembramenti di giocatori che minacciosi, schiumanti rabbia, che circondano l'arbitro e i collaboratori cercando d'influenzare le loro decisioni. solo il capitano può avvicinarsi con rispetto e senza protestare, ma solo per chiedere spiegazioni. Qualora l'arbitro lo ritenesse opportuno potranno avvicinarsi anche i giocatori coinvolti, ma solo su richiesta dell'arbitro. Chiunque si avvicini o protesti ammonito, se insiste espulso

    5) Stesso atteggiamento con i gesti plateali per le decisioni che non piacciono, i vaffa e le reazioni isteriche. Non fanno altro che innervosire i giocatori in campo e, cosa ancora peggiore, aizzare il pubblico. Nel basket esiste il fallo tecnico per le proteste, nel Rugby i giocatori non protestano mai, al massimo scuotono la testa se non sono convinti, non ho capito perché nel calcio tolleriamo simili atteggiamenti.

    6) Fallo di mano sempre e comunque se procura danno, se il braccio è staccato dal corpo è fallo, che sia volontario o meno, a breve distanza, in scivolata ecc. Eliminiamo gli elementi di discrezionalità dell'arbitro, , valutare la volontarietà è troppo complicato e soggettivo; casomai la palese volontarietà può essere punita col cartellino giallo.

    7)Limite ai giocatori in rosa: questo è un mio pensiero fisso, le piccole squadre hanno rose di 23/25 giocatori al massimo, mentre le grandi squadre sembra che non possano affrontare la stagione se non hanno almeno 30 giocatori sotto contratto. Poi però devono fare una lista di 25 giocatori per la Champions e ci sono sempre polemiche per gli esclusi. In Spagna per esempio c'è il limite di 25 giocatori, se per infortuni o squalifiche non bastano si pesca dalle giovanili, così sono costretti a valorizzare il vivaio, e i risultati si vedono. Per cui prendiamo esempio dai bravi, rose obbligatoriamente da 25 giocatori. Si limitano i costi e si valorizza il vivaio.

    Il 30% dei giocatori in rosa devono provenire dal vivaio. Dopottutto una cosa simile è richiesta anche per le liste Champions, direi che 8 giocatori in rosa cresciuti nel proprio vivaio può essere un numero ragionevole.

    9)Gestione degli esuberi, rescissione consensuale. Se per qualche motivo non si riescono a piazzare gli esuberi e si hanno più di 25 giocatori in rosa, si arriva alla rescissione consensuale, la cui cifra si può prevedere già quando si firma il contratto. Così si evitano i casi di giocatori che non accettano nessuna proposta e bloccano il mercato delle società.

    10)Per evitare che uno volutamente arrivi alla rescissione del contratto per accordarsi dopo con altre società, il giocatore che arriva alla rescissione dovrà restare fermo fino alla successiva sessione di mercato. E per evitare accordi sottobanco tra giocatori e società, se un'altra società vorrà mettere sotto contratto un giocatore che si è svincolato con la rescissione consensuale, dovrà rimborsare la cifra della rescissione alla società di provenienza.

    Ambizioso? visionario? non lo so, quel che è certo è che il nostro calcio è in crisi per tanti motivi, troppi elementi di tensione, troppi problemi ogni anno, e dalle situazioni di crisi derivano quei cambiamenti che ti portano a fare uno scatto in avanti: e di sicuro abbiamo un gran bisogno di rinnovare il nostro calcio.

Cristian Carboni

IlCalcio24 Redazione