QUANDO IL RUGBY DIVENTA RIFUGIO PER I DELUSI DEL CALCIO


Rugby
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18/12/2012 -

In questo nostro mondo dell’informazione sportiva, ci sono risvolti e articoli di giornale che vanno oltre la semplice cronaca dell’evento. Spesso, infatti, risulta riduttivo scrivere semplicemente di fatti esclusivamente tecnici inerenti agli incontri sportivi. Leggendo l’articolo “ Rugby, le aquile del Tirreno dominano il Campionato di Serie C” firmato da Attilio Andriolo, ho avuto attimi di riflessione su quanto il mondo del calcio, cui noi siamo legati per passione e per antica professione, sia a volte in grado di suscitare in noi sentimenti contrastanti fatti di amore e odio. Nel magnificare lo spirito agonistico, ma anche umano, che da sempre caratterizza il rugby, inteso come sport simbolo di forza fisica ma anche di rispetto dell’avversario, dalle parole di Andriolo emergono due essenziali fattori : l’amarezza e la delusione cocente derivante dall’indegno comportamento in campionato della società Milazzo calcio, e il “rifugio” verso quello sport fatto da uomini veri, chiamato rugby. Una contrapposizione di sentimenti che fanno pensare al tradimento di un amore vero e la contemporanea ricerca verso qualcosa o qualcuno che possa sostituirne il vuoto creato nella propria anima. Amore che diventa odio per il calcio Milazzo e voglia di conoscere un altro sport che conquista e ti fa subito innamorare per la sua purezza. Sono gli scherzi della vita, delusioni che talora creano ferite profonde e desiderio di guarirle per non soffrire. Proprio come quando si crede fermamente in qualcosa e poi ci si danna l’anima per non aver raggiunto quel sogno lungamente accarezzato e mai raggiunto per l’incuranza e l’inefficienza  altrui. Andriolo ha vissuto in prima persona le vicissitudini e le varie “telenovele” della S.S. Milazzo calcio fin da questa estate. Ha raccolto e scritto commenti di speranza, anche se i suoi occhi vedevano e assistevano a una realtà difficile da raccontare agli altri anche attraverso la sua corretta informazione. In cuor suo ha sempre sperato che qualcosa potesse cambiare in meglio nella sua squadra del cuore. Ma, dopo il 4 a 0 subito domenica scorsa dal Milazzo a Rimini, si è sentito tradito e umiliato non solo per la grave debacle delle aquile rossoblu mamertine e per l’ultimo posto in classifica, ma anche per l’andamento comportamentale indolente della S.S. Milazzo che, priva di reattività alcuna, manifesta un fallimento gestionale  che sembra essere già dietro l’angolo dello stadio “Grotta Polifemo”, posto nelle immediate vicinanze del meraviglioso mar di ponente . Da qui il disagio di scrivere di calcio milazzese con l’obiettività che l’ha sempre contraddistinto e, dall’altra parte, la voglia di conoscere più da vicino il rugby come “rifugio” da ogni triste pensiero di delusione. Un po’ come dire che la persona amata ti ha tradito e tu hai l’esigenza di consolarti altrove. E’ umano! “Consigliamo gli amanti del rugby milazzese di recarsi la domenica al campo del “Fossazzo” , dove va di scena il signor Rugby. Alziamoci in piedi quando se ne parla, proprio come si fa per i signori e le signore in segno di rispetto” scrive Attilio Andriolo. E ancora, “Prima dell’incontro, le mamme e le fidanzate dei giocatori portano pietanze per tutti i gusti e gli appetiti. Si va dalla pasta a forno, alle lasagne……” Chiaro il confronto tra l’ambiente del calcio e quello del rugby. Un mondo più ruspante, semplice, meno viziato dagli interessi economici ma ugualmente spettacolare nel gioco che, addirittura, riesce a dare segnali di civiltà nel cancellare anche le antiche diatribe tra gli abitanti di Barcellona Pozzo di Gotto e quelli di Milazzo, grazie a una unione di squadra formata appunto da milazzesi e barcellonesi. Forza dello sport vero, maschio, veemente, frontale e spietato negli scontri fisici ma al contempo educativo e signorile dal punto di vista del rispetto verso la persona. E, per ultimo, vorrei fare anche un accenno a quanto scrive ancora Andriolo: “Fra le tante cose che il calcio dovrebbe trasferire dal rugby, c’è la regola che il medico possa entrare in campo a soccorrere subito il giocatore infortunato, anche senza il permesso dell’arbitro”. Una puntualizzazione significativa che nasce inevitabilmente dal fatto che Andriolo è sì giornalista, ma anche medico chirurgo di lungo corso con esperienze concrete nel mondo della medicina sportiva, per essere stato, tra gli altri, anche medico sportivo al seguito del Milazzo calcio ma anche del Sacro Cuore, squadra di dilettanti dei dintorni milazzesi. Calcio, calcio e sempre calcio. Passione radicata fin da bambino, come tutti, come tanti che amano rincorrere il pallone istintivamente, proprio come natura insegna. Peccato però che, crescendo, a volte ti deluda per tanti motivi. Solo allora capisci che c’è anche un altro pallone che non è rotondo ma ovale, e non è capace di tradirti, anzi t’insegna a non perdere fiducia nei veri valori della vita.

Salvino Cavallaro   


Salvino Cavallaro