MILAN, IL CAOS DELLA DIRIGENZA SI RIFLETTE ANCHE IN CAMPO


Da Allegri a Seedorf, il Milan sprofonda per le scelte tecniche sbagliate da parte della dirigenza
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Milano, 21/03/2014 -

Una storia nata male che si trascina faticosamente e mette in cattiva luce l’immagine degli allenatori chiamati a sedere sulla panchina del Milan. Che il problema della società rossonera non fosse racchiuso soltanto nell’allenatore di turno è storia saputa. Che ci fossero invece delle perplessità di coabitazione tra vecchia dirigenza (Galliani) e nuova progettualità manageriale (Barbara Berlusconi) è altrettanto risaputo. Ma il problema affonda radici ben più lontane nel tempo, e cioè a una programmazione tecnica sbagliata che si riflette soprattutto nella scelta di giocatori che mal si sono inseriti nell’ambito della sostituzione di campioni quali, Seedorf (calciatore) Gattuso, Pato, Inzaghi, Ibrahimovic, Nesta, Zambrotta, Pirlo, Ambrosini, Boateng, Thiago Silva, Cassano, Van Bommel. Un po’ per rinnovare un ciclo storico che appariva ormai in declino e un po’ per rimpinguare sostanzialmente le casse della società (vedi le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva), si è andati incontro a scelte programmatiche sbagliate, evidenziate da un sempre maggiore distacco dalla società rossonera del presidente Berlusconi per problemi politici, e da una lievitata crescita decisionale di Galliani che si è trovato a fare il presidente, l’amministratore delegato, il direttore sportivo (Braida era ormai demotivato perché percepiva il suo allontanamento) e, talora, anche l’allenatore. Certo, Galliani prima di decidere ogni eventuale acquisto telefonava sempre a Berlusconi, tuttavia, non era come quando seduti a un tavolo di lavoro si prendevano le decisioni del caso, ciascuno con la propria responsabilità nell’ambito della società. Oggi è tutto cambiato, Galliani deve convivere suo malgrado con Barbara Berlusconi e, pur occupando la responsabilità della parte tecnica con Lady B manager della gestione commerciale, c’è fra i due una evidente antipatia generazionale. Intanto, la curva rossonera si schiera con la figlia di Berlusconi e contesta apertamente l’amministratore delegato del Milan. A Seedorf, che continua a raggranellare sconfitte allucinanti, dopo sette partite è già in discussione. Accolto come il salvatore della patria, adesso si parla già di avvicendamento. E, pur rimarcando il fatto che l’attuale allenatore del Milan non ha alcuna esperienza di coach per avere dismesso le scarpe da calcio e venire in fretta e furia a Milano, bisogna dire che a onor del vero è la squadra che è mal assortita sotto l’aspetto tattico e tecnico. Sparito El Shaarawy per lungo infortunio, in attacco restano Balotelli (eterni i suoi problemi di anarchia tattica e ambientamento allo spogliatoio), Honda (inefficace) Pazzini (rientrato da poco, da un lungo infortunio e in difficoltà nello schema tattico voluto da Seedorf), Kakà diligente e volenteroso come sempre nell'andare a pressare l’avversario. Poi il mediocre Robinho, un calciatore che è tutto il contrario di tutto, capace di fare le cose più difficili e sbagliare clamorosamente quelle più semplici. Poi, tra difesa e centrocampo c’è un Christian Abbiati in evidente difficoltà di rendimento grazie anche a una difesa inguardabile, dove i soli Abate e De Sciglio si possono salvare al cospetto di Costant, Mexes, Bonera, Rami, Silvestre, Vergara, Zaccardo, Zapata, (ma dov’è il leader? dov'è il Thiago Silva della situazione? oppure, andando ancora a ritroso, dove sono i Maldini e i Baresi capaci di fare la differenza?). Resta poi un centrocampo composto da Birsa, Essien, De Jong, Emanuelson, Montolivo, Muntary, Taarabat, Saponara e Poli che si alternano in base al volere di mister Seedorf e dove Poli e Montolivo sembrano i soli efficaci nell’interdire e nelle ripartenze. Poca cosa davvero, questo non può essere il Milan che conosciamo. Con questa squadra e in una simile confusione societaria non si va davvero da nessuna parte. A nostro parere il Milan deve rinascere dalla dirigenza e poi dalla squadra.

Salvino Cavallaro              

 


Salvino Cavallaro