JUVENTUS, QUANTO NERVOSISMO


Juventus
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29/01/2013 -

Ci sono situazioni nel calcio che fanno riflettere non solo per questioni tecniche ma anche comportamentali. La Juventus vista sabato sera contro il Genoa di Ballardini, subentrato in settimana a Delneri, è apparsa troppo nervosa e ben lontana da quella squadra che ha entusiasmato i fautori del bel gioco. Ma, dall’analisi concreta degli sviluppi di una partita nervosa e non bella, caratterizzata principalmente dagli errori arbitrali del signor Guida, dal suo collaboratore signor Romeo e dallo stuolo di colleghi al seguito, non possono non emergere due fattori imprescindibili: l’esasperante tensione (francamente eccessiva) della Juventus e di Antonio Conte, cui sono stati inflitti due turni di squalifica per proteste, e la perniciosa mancanza della squadra bianconera a tramutare in gol la gran mole di gioco sviluppato. Soffermandoci sul primo punto, riteniamo che una squadra come la Juventus non possa trascendere in maniera così riprovevole e sconsiderata, soprattutto in considerazione del fatto che ti chiami Juventus. Un impegno d’immagine della più amata squadra d’Italia che, attraverso il buon comportamento, dovrebbe in qualche modo dare l’esempio anche ai più agitati sostenitori. E’ una responsabilità non comune, quella di far parte di una grande società di calcio come la “Vecchia Signora d’Italia”, un qualcosa che deve necessariamente portare alla correttezza. Intendiamoci, non è che la Juve non abbia avuto ragione a protestare per i due rigori non concessi (tacendo quello che avrebbe potuto subire per il fallo di mani in area di rigore di Vucinic), tuttavia pensiamo che trascendere in quella maniera plateale inveendo contro l’arbitro e urlando “Vergogna”, si poteva e doveva evitare. Per quanto riguarda invece il secondo punto messo in analisi, vogliamo ribadire per l’ennesima volta ciò che ripetiamo ormai da tanto tempo, e cioè la necessità di un uomo gol o top player che dir si voglia, capace di fare gol e chiudere le partite. Poi, una volta che vinci con due gol di scarto, puoi gestire la partita con più tranquillità, risparmiando le energie fisiche e mentali dei giocatori stessi e, al contempo, assorbire eventuali errori arbitrali che nel calcio sono sempre dietro l’angolo. In sostanza, non si può continuare a reclamare fatti ed episodi negativi, quando sei carente di ciò che fa vincere nel calcio, e cioè il gol. E così Marotta, sai che fa? Compra Nicolas Anelka, stella decadente del calcio mondiale, uno che non gioca da un mese. Pensate che la Juve aveva tentato di prenderlo, senza riuscirci nel 1999, quattordici anni fa, e oggi, alla veneranda età di 34 anni approda a Torino in casa bianconera. Ma per fare che cosa? Tenuto conto che prima di ritrovare una forma fisica quantomeno dignitosa, deve passare ancora un mese di allenamenti a Vinovo? E, visto che Coppa Italia e Champions si decidono tra poco, che apporto potrà dare alla Juve? Insomma, crediamo davvero che dopo l’inutile acquisto di Bendtner, Marotta abbia toppato ancora una volta, inciampando sul vano tentativo di un affare che ha il sapore della svendita acquistata per rattoppare. Tutto ciò non è da Juve. C’è qualcosa di sbagliato in queste strane scelte, qualcosa che fa pensare alla difficoltà di dire a chiari lettere che in società non ci sono abbastanza soldi per ambire a giocatori veri. E il continuare a nascondersi dietro l’alibi che nel modulo di Conte il top player non serve, ebbene la riteniamo una scusa senza senso. Il problema è che tutto questo nervosismo creato in campo, non è tanto da addebitare agli avversi episodi che nel calcio sono sempre in agguato, ma allo stress fisico dei giocatori sottoposti a un inseguire quel gol che arriva con il contagocce. Questa Juve è indubbiamente forte, ma deve stare attenta perché in un attimo può vanificare ciò che ha costruito con tanta difficoltà.

Salvino Cavallaro


Salvino Cavallaro