COSA SAREBBE IL TORO SENZA BELOTTI?


Il «gallo« del Toro è il vero trascinatore di una squadra che non c`è.
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Torino , 07/03/2017 -


E’ la domanda che circola con insistenza in casa granata. Il presidente Cairo dichiara che attorno al gallo costruirà il Toro del prossimo anno. Un investimento promesso, cui stentiamo di credere per tante ragioni. In primis, se il ragazzo andrà in Premier League come pensiamo, guadagnerà sicuramente più di quanto possa offrire Cairo. E poi c’è da considerare la legittimità di un miglioramento professionale e d’immagine per la partecipazione alle coppe europee; cosa che il Toro non può garantire. 22 gol in campionato, sono tali da dargli il titolo momentaneo di capocannoniere. Andrea Belotti è un giocatore capace di sradicare il pallone dai piedi dell’avversario. Corre, rincorre, pressa in maniera indemoniata, fa e subisce molti falli, vede la porta come pochi altri e segna con estrema facilità. Egli è il prototipo del calciatore moderno, con fattezze antiche di ragazzo perbene, educato, rispettoso dell’avversario, mai violento anche se grintoso. Conquistano ancora le sue dichiarazioni di affetto verso il Torino che gli ha dato la notorietà, che ha scoperto in lui la forza del grande calciatore che forse neanche lui conosceva di se stesso. E poi questo legame sincero con il pubblico granata che sa di lealtà disarmante. Mai una parola detta sopra le righe, mai sentito parlar male di questo o quel compagno, di questo o quell’avversario. Andrea Belotti è così, una cresta che non ha e una mano che la imita ogni volta che fa gol. Lui è il gallo, ma non è capace di pavoneggiarsi, di tirarsela, consapevole com’è della sua fortuna di fare un mestiere che adora, mentre tanti giovani come lui lottano per conquistare un posto nella vita. Egli incarna perfettamente i valori del capitano di una squadra e una maglia gloriosa come quella del Torino. Eppure, il gallo dice che deve ancora crescere e imparare tante cose del calcio, come ad esempio saper tirare i rigori con freddezza, visto che ne ha già sbagliati abbastanza. E allora ci si chiede cosa potrebbe essere questo Torino senza il suo gallo. Ben poca cosa, diciamo noi! Perché Belotti è l’anima di una squadra mediocre, dove soltanto lui riesce a far alzare l’asticella di un valore che di fatto è globalmente insufficiente per aspirare a grandi traguardi. Avere segnato tutti questi gol su azione e neanche uno su rigore, in una squadra come il Toro, vuol dire averne segnato almeno 5 o 6 di più in una qualsiasi altra squadra al vertice del campionato. Per questo si ha bisogno di riflettere a lungo sulla sua cessione (a parer nostro inevitabile) e potere investire davvero sulla squadra, quella montagna di denaro che la clausola rescissoria apporterà nelle casse del Torino. Così com’è, con un gallo in meno, il Toro si accontenterebbe di vivacchiare tristemente senza stimoli. Si scelga dunque la strada da seguire, Toro grande o mediocre? Ai posteri l’ardua sentenza.

Salvino Cavallaro       

Salvino Cavallaro