LA JUVE E L’ERRORE DI NON AVERE INSISTITO SU SIMONE INZAGHI


Dopo avere fallito la conquista della Super Coppa e della Coppa Italia, Sarri è in discussione.
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Torino, 19/06/2020 -


Chi mi segue su queste pagine di giornale web, ricorderà che fin da questa estate ho caldeggiato la candidatura di Simone Inzaghi come ideale nuovo allenatore della Juventus 2019/20. Non sono stato ascoltato perché si disse che è troppo giovane, che non ha esperienza internazionale e tanti altri “che” i quali hanno affievolito e poi annullato l’interesse verso l’attuale allenatore della Lazio. Oggi, col senno di poi e alla luce di quanto Sarri sta facendo in casa Juventus, magari qualche ripensamento qualcuno comincia ad averlo. E non parlo dei tifosi né di noi media, ma faccio riferimento proprio a Fabio Paratici e Pavel Nedved che sono stati i veri sostenitori della soluzione B che si era presentata dopo il lungo e interminabile “NO” di Pep Guardiola che a chiari lettere ha affermato più d’una volta di non volersi spostare dal Manchester City. Così, tutti ricorderanno che certe titubanze dei vertici bianconeri per quanto riguardava il profilo giusto di allenatore del post Allegri (dopo aver perso pure la possibilità per tardivo convincimento, di fare ritornare Zinedine Zidane che già conosce CR7) sarebbe stato quello di Maurizio Sarri. A dire il vero, ci risulterebbe che Andrea Agnelli non fosse completamente d’accordo di affidare la panchina della Juve a questo allenatore che pur avendo dato un gioco nuovo e armonioso al Napoli e vissuto un anno senza brillare sulla panchina del Chelsea, non avesse spiccate caratteristiche caratteriali e di immagine adatte alla Juventus. Ma Paratici e Nedved, convinti che l’avvento di Sarri avrebbe apportato un nuovo corso storico a quella Signora d’Italia che aveva bisogno di scrollarsi di dosso una vecchia immagine di società vincente ma con un calcio di antico stampo e poco incline alle idee innovative proposte dal calcio europeo, si decise di tentare la carta dell’ex coach di Napoli e Chelsea. Oggi, pur in un’annata strana dovuta alla pandemia da covid 19, la Juve di Sarri, pur essendo prima in Campionato a un punto dalla Lazio ed in corsa per la Champions League, ha perso due appuntamenti importanti come la conquista della Super Coppa e la Coppa Italia. Ciascuno legga questa situazione come meglio crede, tuttavia, se facciamo attenzione a quanto questo allenatore sta facendo in casa Juve, ci si accorge che con il suo fare da integralista convinto delle sue idee di gioco da inculcare a giocatori che non hanno le caratteristiche per poterlo attuare: “Se qualcuno pensa che la Juve possa giocare come giocava il Napoli, si sbaglia di grosso” – Sarri dixit -. Infatti, più volte l’allenatore napoletano ha spiegato di avere a sua disposizione giocatori con caratteristiche diverse da quelli che aveva a Napoli, in una Juventus abituata a sviluppare un calcio basato sulle individualità dei suoi numerosi campioni, ma che difettava della logica del gioco di squadra.

Ed è questo il punto sul quale Sarri si sta intestardendo senza trovare la via d’uscita. D’altra parte, pur riconoscendogli il fatto che al suo arrivo (tardivo per molte vicissitudini) la rosa della Juventus era già stata costruita dalla triade ANP, ci domandiamo ancora oggi perché ha accettato di venire alla Juve se già allora pensava che quei giocatori (Campioni assoluti che numericamente avrebbero potuto allestire due squadre titolari di grande qualità) non sarebbero mai stati in grado di sposare il suo credo calcistico. Così, ancora oggi, dopo avere fatto fuori Mario Mandzukic, contato su Pjanic che lo ha deluso, creduto su Khedira che è sempre infortunato, su Matuidi ormai in fase calante, Bernardeschi evanescente calciatore messo in alternativa a Douglas Costa (anch’egli fragile di muscolatura) Cuadrado sfruttato nel ruolo di difensore, centrocampista, attaccante, e poi Chiellini e Demiral infortunati, Rabiot da dimenticare, Ramsey utile ma anch’egli incapace di capire cosa voglia l’allenatore da lui (se trequartista o mezz’ala) Higuain a fase alterne e ancora Dybala e Ronaldo che Sarri considera dei titolari tatticamente anarchici. Campioni assoluti di calcio cui non gli si dà la possibilità di esprimersi come vogliono per caratteristiche tecniche, ma devono necessariamente ubbidire a un allenatore che cambia continuamente formazione nella speranza di trovare quel bandolo di una matassa che pare ingarbugliarsi sempre più. E a questo punto di una stagione anomala, in cui si deve fare in fretta per ultimare il Campionato e la Champions, Sarri e la Juve si trovano davanti a una situazione in cui non hanno ancora espresso il gioco che tutti avevano sperato, con l’aggravante che tutte le squadre che affrontano la Vecchia Signora hanno trovato il metodo per imbrigliarla. Si tratti di una grande squadra o di una più modesta, tutte hanno capito che basta disporsi in campo in maniera ordinata, chiudendo gli spazi sugli esterni e infoltendo il centrocampo, che si preclude così la possibilità ai campioni della Juve di arrivare a tirare in porta. Tutto questo costringe i giocatori di Sarri a non trovare spazi utili per esprimere il proprio gioco che, per forza di cose, si inibisce nella verticalizzazione e nei passaggi filtranti per mandare in gol Ronaldo, piuttosto che Higuain, o qualche centrocampista o difensore che a turno vengono avanti per incrementare la fase di possesso palla. E così Sarri s’incaponisce, prova, riprova Ronaldo centravanti, poi capisce che il pallone d’oro ha bisogno di partire da sinistra, saltare l’uomo e possibilmente tirare in porta, ma continua a farlo giocare in mezzo all’area di rigore perché non ha un centravanti di ruolo, visto che Higuain è infortunato. Insomma, tutto questo porta a una gran confusione nella mancanza della morbidezza mentale di Sarri, il quale continua a insistere come se i suoi giocatori fossero manovrati da fili. E adesso, dopo la cocente delusione della sconfitta contro il Napoli e la perdita della Coppa Italia, la Juventus deve unirsi in toto per centrare l’obiettivo Champions e Scudetto. In fondo, era proprio questo che all’inizio di stagione chiedeva la Società, i tifosi, e tutto l’entourage bianconero. Riuscirà Sarri nell’impresa? Chissà!

Salvino Cavallaro                      

Salvino Cavallaro