ECCO PERCHÉ LJAJIC HA SBAGLIATO A NON ACCETTARE IL TORO.


Il mercato del Torino registra il rifiuto del giocatore serbo.
tempo: 39ms
RSS
Torino, 12/07/2016 -


Strana scelta quella di Adem Ljajic, che rifiuta il trasferimento al Torino e anche al Celtic Vigo. Intanto, al momento non c’è nessuna squadra che lo vuole  e, come se non bastasse, la Roma non l’ha neanche convocato per il ritiro di Pinzolo. Un segnale emblematico di non interesse a trattenere il serbo in casa giallorossa. E così si trova senza contratto, dopo che il Toro avrebbe dato 7-8 milioni di euro per garantirsi il suo cartellino, mentre erano pronti 2 milioni annui per il suo contratto. Strano tipo questo serbo dalla buona tecnica calcistica, ma non sorretto da un carattere facile da gestire. E poi, il Torino sarebbe stato in grado di fornirgli il nuovo progetto che non è da sottovalutare, visto che agli ordini di Sinisa Mihajlovic si sta preparando un Toro competitivo in Italia, con l’obiettivo di salire sul treno diretto in Europa. Strana davvero questa sua scelta di volere insistere a non lasciare la Roma, quando ormai l’organico è già stato deciso da Spalletti. Se non è stato voluto ci sarà pure un motivo, sia esso di ordine tecnico – tattico o comportamentale. Questo non lo sappiamo. Ciò che invece conosciamo di Ljajic è questa sua ottima tecnica che molte volte non si accompagna con l’ordine tattico. Ed è per questo che diventa una sorta di problema per ogni allenatore che decide una strategia di squadra, mentre lui, preso probabilmente dagli eventi della gara, non è costante sotto l’aspetto degli ordini tattici impartitigli fin dall’inizio. E’ stato così con Rossi alla Fiorentina, con Garcia alla Roma, con Mancini all’Inter. Siamo dunque convinti che Ljajic abbia sbagliato a dire no al Toro, perché in casa granata avrebbe trovato un allenatore che non solo l’avrebbe voluto, ma aveva già in mente come gestirlo tatticamente in un Toro che con lui avrebbe sicuramente alzato l’asticella della qualità. E poi, ci pare che Cairo e Petrachi l’abbiano invogliato anche sotto il profilo di un contratto davvero interessante. Chissà, magari vuole ancora prendere tempo, anche se in Serbia, come da noi, si dice che chi ha tempo non aspetti tempo. Detto questo, passiamo ad altro. Il mercato del Torino, ad oggi, continua a restare in attesa di risposte, comprese quelle riguardanti Iago Falque e Giaccherini. Per il romanista sembrava cosa fatta, ma anche per lui sono avvenuti evidentemente dei ripensamenti che non crediamo siano legati al fattore economico. Per Giaccherini, invece, sembra che si sia intromesso il Napoli. Il suo procuratore, Furio Valcareggi, smentisce in modo categorico l’indiscrezione, anche se le trombe di radio mercato darebbero vicino alla corte di De Laurentiis il folletto che tanto bene ha fatto nella Nazionale di Conte. Vedremo cosa accadrà a breve.  Intanto, il no di Ljajic ha aperto nuovi scenari nell’acquisire i giocatori chiesti da Mihajlovic. Infatti, con i soldi avanzati dal non arrivo del serbo, si intende orientarsi verso Kucka e Soriano, due pilastri del centrocampo che andrebbero a completare lo scacchiere tattico che il tecnico serbo ha in mente per il nuovo Toro. E intanto si attende l’evolversi di una situazione che, di fatto, al momento non concretizza nessun acquisto di rilievo. Sinisa Mihajlovic, nonostante il caldo asfissiante di questi giorni a Torino, ha iniziato sul campo della Sisport la preparazione della squadra, nell’entusiasmo generale. Dal 14 al 26 Luglio i  granata si trasferiranno a Bormio, dove troverà un clima decisamente più fresco per iniziare una stagione che accarezza l’idea di un Toro nuovo, diverso, capace di un sentire comune granata che è fatto di speranza ma anche di certezza di un’aria in cui si respira positività. Sensazioni che si basano su entusiasmi che nascono dalla costruzione del nuovo stadio Filadelfia e continuano con la curiosità di vedere all’opera un tecnico sanguigno, che sembra davvero adatto ad abbracciare la storia granata. Adesso, però, urge mettere in condizione il tecnico serbo di potere lavorare con una base di giocatori capaci di dare lustro al suo credo calcistico. Il presidente Cairo e Petrachi devono lavorare molto sotto questo aspetto. Rinuncia di Ljajic a parte, adesso il Toro deve insistere sui nomi di qualità. Costi quel che costi.

Salvino Cavallaro                  

Salvino Cavallaro