ALVARO MORATA E IL SUO RITORNO ALLA BASE


Come la vita anche il calcio ci
ha insegnato che nulla è per sempre. Sì, perché talora un momentaneo partire può
segnare il probabile ritorno. I motivi? Possono essere innumerevoli e con
svariate argomentazioni. La singolarità è data dal destino tracciato in ognuno
di noi, che quasi sempre è il vero giudice del nostro percorso di vita. Così
nell’esistenza umana, così nel calcio, impareggiabile mondo di sorprese cui
ormai abbiamo fatto l’abitudine a considerarle normalità. Alvaro Morata è
tornato alla Juventus dopo averla lasciata nel 2016. Arrivato a Torino
nel 2014, in due anni la città sabauda gli ha dato modo di diventare uomo
attraverso gli insegnamenti di Max Allegri e, soprattutto, tramite Alice, un
amore che lo ha reso padre felice di due gemelli, mentre adesso è in attesa del
terzo figlio. Pensiamo che per Alvaro sia un ritorno positivo dal punto di
vista ambientale in un gruppo allenato da mister Pirlo, suo ex compagno di
squadra e maestro suggeritore di tanti assist che hanno verticalizzato il gioco
facendogli fare gol, immortalando momenti di calcio ad alti livelli. E poi? Poi
c’è il ritorno in una città che ha segnato il passaggio personale nella sua
vita adulta. Lui, arrivato da Madrid ancora ragazzo acerbo che amava andare sui
kart mentre abitava nel centro di Torino che subito lo accolse con simpatia,
come se fosse un piemontese acquisito e ospitato da tanti anni. Certo, per
Alvaro è un bel tornare nella Torino bianconera, dove ogni angolo della città
gli ricorda sicuramente momenti impossibili da dimenticare, forti di un biennio
intenso di maturità calcistica e umana. Al Chelsea e all’Atletico Madrid non fu
la stessa cosa, perché gli anni trascorsi tra luci e ombre hanno determinato
una sorta di storia appiattita, incolore e priva di quel gusto che in ogni
professionista fa la differenza nel condurre parimenti la professione con i
sentimenti. Arrivato a Torino Caselle a notte fonda con un volo privato da
Madrid, oggi Morata sosterrà le visite mediche di rito presso il J Medical. Il
cielo plumbeo e carico di pioggia autunnale, non hanno scoraggiato i tifosi
bianconeri che lo hanno accolto all’entrata dell’istituto sanitario della
Juventus. Un po' come dire che non è l’esteriorità del malinconico e
piagnucolone tempo torinese a essere significativo di questo ritorno di Alvaro
Morata, ma è nell’entusiasmo che si è manifestato tra il giocatore e i tifosi
che si deve percepire il segnale del comune sentire. Se vogliamo poi fare delle
considerazioni riguardanti la parte tecnica, basata sull’analisi dell’effettiva
importanza di fare ritornare questo giocatore al centro dell’attacco della
Juve, diciamo che Paratici si è trovato,suo malgrado a dovere decidere in
fretta, dando un taglio netto all’esasperante situazione che si era creata
nella indecisione del passaggio di Milik alla Roma, il quale avrebbe dato il via
libera a Dzeko di passare alla Juve. Un giro di centravanti sbloccato da Suarez,
cui è seriamente interessato l’Atletico Madrid, ha praticamente offerto alla
Juve l’assist per chiudere su Morata in prestito a 10 milioni di euro, più il
riscatto di 45 milioni il prossimo anno. Nell’accordo tra le parti c’è anche la
possibilità da parte della Juve di tenere in prestito ancora per un anno
Morata, versando ulteriori 10 milioni e riscattarlo l’anno dopo con 35 milioni
di euro. In buona sostanza e a conti fatti, Morata costerà alla Juve ben 55
milioni di euro. Un affare? Dal punto di vista economico non ci sembra proprio.
Tuttavia, dal punto di vista tecnico tattico potrebbe essere stato un affare
alla luce di un sistema di gioco cui mister Pirlo crede, nel suo evolvere
offensivo fatto di intese con CR7. Vedremo cosa accadrà, anche se noi avremmo
visto meglio la duttilità e l’intelligenza tattica di un Dzeko capace di
enfatizzare meglio il gioco della Juventus nel possesso e nel non possesso
palla. Certo, a favore della Juve gioca il fatto che Morata è più giovane del
romanista e può anche intendersi come futura plusvalenza nel caso di una
ipotetica cessione. Vedremo, il campo è sovrano. Intanto, Alvaro Morata, la
Juve e i suoi tifosi si godono questo ritorno tanto voluto, più dal destino che
dal volere degli stessi uomini.
Salvino
Cavallaro