LA STORIA DI «EL TIGRE» RADAMEL FALCAO. UN FENOMENO ESPLOSO IN EUROPA


Iniziò a giocare a 14 anni nella Selezione Bogotà
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Madrid, 11/05/2012 -

Santa Marta, una delle spiagge più belle dei caraibi colombiani, è la città che ha dato i natali a Radamel Falcao. Suo padre, un grezzo difensore centrale, seppe fin dal primo momento, che tutto quello che non aveva potuto ottenere lui come calciatore, l'avrebbe conseguito il figlio primogenito. Fin da tenera età mostrò un talento innato per controllare il pallone; un'abilità che non gli era mai stata insegnata e che, cionostante, possedeva.
A metà degli anni '90 Radamel García (il padre) allenava a Bogotá le giovanili del Suba. I bambini che allenava non avevano più di 8-9 anni. C'era uno che si distingueva più di tutti gli altri: Radamel Falcao García.
El Tigre iniziò a giocare a 14 anni nella Selezione Bogotà partecipando ad un torneo infantile. Quel Falcao non è molto diverso da quello di oggi.
Era impossibile togliergli il pallone dai piedi, i suoi tiri potenti umiliavano le difese e la sua tecnica sopraffina mortificava i rivali. Tutti pensavano già che un fenomeno fosse finalmente riapparso in Colombia.
Il River Plate ne comprò il 50% e iniziò a farlo giocare nelle filiali di divisoni minori. Qui crebbe molto e soprattutto cambiò la forma, per lui, di intendere il calcio. Goleador lo è sempre stato ma da bambino peccava di egoismo e teneva il pallone tra i piedi il più possibile. Crescendo anagraficamente e fisicamente iniziò a migliorare anche tatticamente ma dovette anche affrontare le sfide che qualsiasi professionista del pallone teme di più:gli infortuni che il più delle volte capitano nel momento migliore della carriera.
Debuttò nella serie A argentina grazie a Leonardo Astrada, gloriosa bandiera del River Plate, e subito si mise in evidenza segnando 7 reti nelle prime undici partite e si ripetette la scena, di nuovo un gravissimo infortunio. Fu proprio in quest'epoca che iniziarono a chiamarlo El Tigre facendo riferimento ad un noto programma televisivo argentino.
Gli infortuni ed una delle peggiori crisi del River Plate stavano quasi a punto di lasciare Falcao senza possibilità di emergere. L'arrivo, però, di Diego Simeone sulla panchina del River, in sostituzione di Daniel Passarella, cambiò la storia. Con lui, Falcao crebbe notevolmente, soprattutto caratterialmente.
In ogni caso Falcao non riuscì mai ad entrare appieno nel cuore dei tifosi, i quali si affezionarono molto di più a El Ogro(L'orco) Fabbiani, e così, il River decise di vendere il colombiano..
Fu venduto per 5 milioni di euro al Porto che doveva rimpiazzare il goleador argentino con passaporto italiano Lisandro López, che aveva firmato per il Lione.
La prima stagione fu sensazionale e i gol arrivarono a grappoli ma il Porto non vinse nulla. Il secondo anno, però, il colombiano vinse 4 trofei, tra i quali l'Europa League, segnando complessivamente 17 reti. Una stagione difficile da ripetere soprattutto dopo la notizia che il Porto lo aveva venduto per 40 milioni all'Atletico Madrid.
L'Atletico Madrid è un club storicamente complicato, dal passato più doloroso che glorioso e per Falcao è stato dificile ambientarsi all'inizio. Era, infatti, chiamato a sostituire da solo due degli attaccanti sudamericani più forti degli ultimi anni, Diego Forlán e il Kunagüero, idolo assoluto dei tifosi dell'Atletico.
Oggi è sotto gli occhi di tutti il suo fenomenale talento. Ha segnato due gol nella finale di Europa League, curiosamente entrambi di sinistro; si è convertito nel primo attaccante capocannoniere della competizione per due volte consecutive e ad avere segnato in due finali consecutive; praticamente 29 gol in 28 partite. E si trova a due sole reti dal raggiungere il massimo goleador di quella che fino a pochi anni fa si chiamava Coppa Uefa, Henrik Larsson.
Falcao si ritrova oggi all'apice del mondo del calcio, dopo essere stato fischiato dai tifosi del River e persino da quelli dell'Atletico, almeno all'inizio della sua avventura a Madrid; mandato in panchina dal c.t. Colombiano nella prima partita delle qualificazioni al mondiale di Sudafrica, persino mandato in tribuna nella decisiva partita contro l'Uruguay e nemmeno convocato per disputare la Coppa America nel 2007.
Diego Simeone, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo la finale vinta contro l'Athletic Bilbao ha detto di lui:Falcao ha dimenticato di avere vinto l'edizione dell'anno scorso e di esserne stato capocannoniere ed è sceso in campo come fosse un umile principiante per convertirsi nel miglior giocatore della finale e del torneo.
El Tigre Falcao è una strana miscela di genialità e sacrificio tipica dei gregari, un miscuglio tra fuoriclasse e umile difensore.


 

Antonio Ioppolo