TORINO, CAPITALE DEL FOOTBALL ITALIANO ED EUROPEO


La città piemontese si distingue per l`attualità e la storia del suo calcio.
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Torino, 04/05/2017 -


Strane ma possibili le circostanze che uniscono a volte due opposte fazioni di una città, storicamente divise per storie legate ad un pallone che va oltre ogni cosa. E’ il caso della Torino sabauda divisa com’è tra passione granata e bianconera. Ma la Mole, quella sì, non fa distinguo alcuno tra l’una e l’altra parte del tifo pallonaro, anzi si pavoneggia con orgoglio davanti all’Italia e all’Europa. In città non si sono ancora affievoliti gli entusiasmi bianconeri, per una Juventus che ha sconfitto 2 a 0 il Monaco in quel di Montecarlo.Un risultato che la tranquillizza per la partita di ritorno allo Stadium e mette una serie ipoteca alla sua partecipazione nella finale di Champions a Cardiff. Ma oggi, 4 maggio 2017, si respira qualcosa di diverso in casa granata, qualcosa che sembra impalpabile, etereo, e che nonostante siano trascorsi ben 68 anni da quel 4 maggio 1949, in cui l’aereo che riportava a casa dal Portogallo gli Invincibili calciatori del Grande Torino si schiantò sul muro della Basilica di Superga, nulla è cambiato da allora. Stessa numerosa partecipazione al dolore, stessa emozione, uguale voglia di unirsi e pregare attraverso l’abbraccio e la partecipazione di massa che il popolo granata fa sua in forma intima, nonostante il mondo intero si unisca con commozione. Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Martelli, Rigamonti, Castigliano (Grezar), Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. E’ la leggenda che diventa immortale, che è storia da insegnare nelle scuole come fatto sportivo e sociale che coinvolse il mondo intero. Sono momenti di ricorrenza annuale che hanno lo scopo di tenere sempre vivo un ricordo che, tuttavia, aleggia costantemente nei cuori e nel cervello granata come fosse un mantra al quale sei legato indissolubilmente, mentre lo fai penetrare tra corpo e anima. Dunque, la Torino elegante e orgogliosa dei suoi antichi salotti reali, ha iniziato una settimana di incredibile emozione pallonara. Come dicevamo pocanzi, dopo la vittoria della Juventus a Montecarlo e la commemorazione della morte del Grande Torino, la città piemontese si appresta a vivere la notte del derby cittadino allo Juventus Stadium. Neanche il tempo di smaltire quelle due grandi emozioni, che già il derby è alle porte con tutti i suoi preparativi, gli sfottò, il folklore e la voglia di vincere che in partenza non è mai inferiore, né dall’una, né dall’altra parte. Poi, come se non bastasse, il 9 maggio ci sarà il ritorno di Champions League che vedrà la Juventus difendere il vantaggio acquisito contro la squadra monegasca e il 24 maggio si celebrerà l’inaugurazione dello Stadio Filadelfia. Già, questa è una giornata storica per il Torino e il popolo granata. Si riaprono le porte del “Tempio” del calcio, nello stesso luogo dove hanno giocato gli Invincibili e, se si ripercorre la storia recente delle difficoltà di ricostruzione di tale memoria storica granata,vengono davvero i brividi di un’emozione che non ha eguali. Pensate che si era persa anche la speranza di una ricostruzione che sembrava essere lasciata sempre in divenire, per mancanza di fondi e altri insormontabili problemi politici e burocratici. Ma alla fine lo Stadio Filadelfia rinasce nella sua essenza più forte e tangibile di un luogo che non è solo casa del calcio granata, ma ritrovo di sentimenti profondi che partono dal pallone e arrivano dritti al cuore. C’è l’anima di un ritrovo che significa famiglia, amicizia granata, incontro e relazione. Esattamente come lo è stato prima della sua assurda demolizione, un errore imperdonabile. E così Torino sta vivendo un mese di maggio unico, forse irripetibile per combinazione di date e avvenimenti storico – culturali e calcistici, che inorgogliscono e si stagliano tra probabili conquiste di trofei juventini, stracittadine roventi e romantici momenti che sanno di grande storia.

Salvino Cavallaro                

Salvino Cavallaro