PATO E IL RITORNO IN BRASILE: CHE SCONFITTA!


Un ritorno in Patria sbagliato
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02/01/2013 -

Finisce qui l'esperienza di Alexandre Pato in Italia. Tristemente aggiungerei. Tristemente per chi ama il calcio, tristemente per chi stima i potenziali fenomeni, tristemente per chi vede ottimi giocatori lasciare l'Europa e il calcio che conta, per un campionato di visibilità nettamente inferiore. Il Papero, 23 anni, arriva in Italia nel 2007: il Milan lo prende per 22 milioni e sa perfettamente di avere tra le mani un talento incredibile. Il suo problema però sono gli infortuni: il giocatore è troppo gracile e si infortunia spesso. Nonostante questo il brasiliano ha chiuso la sua carriera in rossonero con 51 realizzazioni in 117 presenze: poche, troppo poche, per un calciatore che doveva conquistare l'Europa.

E ora? ora la sua carriera fa un passo indietro: il ritorno in patria solitamente è un passo che fanno i calciatori a fine carriera, quelli che non hanno più niente da dare. Pato ha ancora molto da dare: va curato, va capito quali sono i problemi fisici di cui soffre e gli va data fiducia. Non stiamo parlando d'un brocco, ma d'uno che veniva paragonato a Ronaldo, mica uno qualsiasi: proprio per questo la sua scelta appare assolutamente incomprensibile ed errata. Ha sbagliato il Milan a lasciarlo partire ora, a 23 anni, per una cifra inferiore a quella con cui l'ha: andava venduto l'anno scorso a 30 milioni, in una squadra che gli avrebbe dato un futuro in Europa o, più semplicemente, andava tenuto anche ora. Ha sbagliato il giocatore: può mai un talento del genere essere sazio a quest'età al punto di lasciare l'Europa? Dove sono gli stimoli che lo rendevano tra i giovani più forti d'Europa? Tutti insomma ci perdono in questo scambio, tutti escono sconfitti.

Facciamo finta che ti sei preso un anno sabbatico Alexandre e ti vuoi preparare per un Mondiale da protagonista nel tuo amato Brasile: ci rivediamo, in Europa però!

Luca Bonaccorso