L’EUSEBIO CUP DI LISBONA, IN RICORDO DI QUEL 3 MAGGIO 1949.


La storia del Grande Torino è sempre presente
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Lisbona, 30/07/2016 -


Ci sono storie nel calcio che vanno oltre il fatto tecnico e raccontano emozioni sempre vivide nel tempo. Emozioni intense che si rinnovano puntualmente al ricordo incancellabile di quel 3 Maggio 1949, in cui il Grande Torino di Valentino Mazzola andò a giocare una partita amichevole a Lisbona e poi, nel viaggio di ritorno, si consumò la tragedia di Superga in un maledetto pomeriggio del 4 Maggio. Chi era già nato e chi non era ancora venuto alla luce del mondo, fa sua questa storia indelebile del calcio di tutti i tempi. Un romanzo che si accompagna alle note melodiche di una letteratura granata che appartiene a tutti, al di là di ogni fede calcistica. E così, per la terza volta nella storia, Benfica e Torino si sono affrontati in una partita dal significato romantico più che dal valore tecnico. Soltanto due volte le due squadre si erano affrontate prima: il 3 Maggio 1949 a Lisbona e il 6 Maggio 1964 a Torino, in occasione del quindicesimo anno dalla morte del Grande Torino. Con l’Eusebio Cup organizzato l’altra sera a Lisbona, si è voluto dare un doppio ricordo commemorativo che rinnova l’amicizia tra due club così fortemente legati nei sentimenti e nei valori di un pallone che pur nella sua logica di sport agonistico, fa sempre emergere i trascorsi che li accomunano oltre ogni disputa. Un appuntamento con il passato, che il Luz di Lisbona ha saputo organizzare in maniera esemplare. La storia ci racconta che quella partita del 3 Maggio ’49 che il Grande Torino disputò a Lisbona, fu vinta dai portoghesi per 4 a 3. Poi, come dicevamo, nell’amichevole disputata allo Stadio Comunale di Torino nel ricordo degli Invincibili, il Benfica si impose addirittura per 4 a 1 contro il Torino. Ma nella terza partita dell’altra sera è stato il Torino a vincere la Coppa Eusebio, in un match terminato prima in parità e poi vinto ai calci di rigore. Potremmo raccontare gli sviluppi dei fatti tecnici, che hanno visto per alcuni tratti il Torino nell’apprendimento del gioco di squadra voluto da Sinisa Mihajlovic. E potremmo anche soffermarci sulla bellissima punizione calciata da Liajic che ha portato in parità il Torino, ma sarebbe come banalizzare un match che in ogni tocco di palla, in ogni gesto tecnico e in ogni gol fatto o subito, rimarca sempre il ricordo del Grande Torino che si interseca come qualcosa che si manifesta con la presenza costante che parte da Bacigalupo e non finisce mai. E’ lo spirito interpretato dai ragazzi di Mihajlovic, che stanno studiando la storia granata come fosse un DNA che si integra al fatto tecnico.

Salvino Cavallaro

 

Salvino Cavallaro