CHAMPIONS LEAGUE, IN CINQUE MINUTI LA JUVENTUS PASSA DALLO SCONFORTO ALLA GIOIA


Neve o pioggia, Conte o non Conte, Allegri o
non Allegri, la Juve di Champions non cambia mai faccia, è sempre la stessa.
Sempre maledettamente stregata da mille insicurezze che ne inibiscono il suo
lato migliore: la consapevolezza nei propri mezzi. Anche la partita contro L’Olympiacos
di Atene, preparata da Allegri come una partita da vincere a tutti i costi per
continuare il cammino di Champions League verso gli ottavi di finale, ha
rispolverato temi che si ripetono ogni qualvolta si esibiscono in Europa. Ma,
per adesso, tutto è bene quel che finisce bene, visto che dopo una rocambolesca
partita giocata sotto una pioggia incessante, la Juve ci ha messo una pezza
vincendo 3 a 2 un match che si era messo su canali di criticità. E persino
Buffon è apparso non al meglio del suo abituale standard, con Chiellini e
Bonucci che per lunghi tratti della partita sono sembrati l’ombra di sé. La
Juve di Max Allegri si è presentata in campo con un assetto tattico inusuale,
quel 4-3-1-2 che non è mai stato il credo di Antonio Conte. Difesa a quattro,
con tre centrocampisti, un trequartista e due punte che a turno partono da
lontano e svariano a sinistra, a destra e al centro dell’attacco. Non male
sulla carta, ma in campo è sembrato tutto più difficile per effetto di un Vidal
ammirevole per impegno ma in chiara mancanza di forma per i tanti, troppi
errori in fase di interdizione e di costruzione del gioco. E’ sembrato
migliorato Pirlo, mentre Pogba ha dato un eccellente saggio delle sue indiscutibili
qualità. La Juve parte subito con veemenza, ma trova davanti a sé un Olympiacos
che non ci sta a perdere questa partita. Il primo sussulto si ha al 21’ quando
l’arbitro Atkinson punisce un fallo su Pogba al limite dell’area. Batte Pirlo che
indovina il sette da lui preferito e la Juve va in vantaggio. Ma la gioia dura
solo tre minuti, perché al 24’ l’Olympiacos pareggia con Botia il quale da calcio
d’angolo riceve un pallone che di testa anticipa Chiellini e s’infila a fil di
palo nella porta di Buffon che non tenta nemmeno il tuffo. A questo punto la
Juve sembra colpita nell’entusiasmo e si smarrisce dando campo all’avversario,
il quale comincia a macinare gioco e al 61’ va addirittura in vantaggio con N’Dinga,
il calciatore di colore che di testa fa schizzare in rete un pallone che
sorprende ancora la difesa della Juve apparsa insicura in più d’una
circostanza. A questo punto lo Juventus Stadium sembra raggelare e persino i
giocatori in campo avvertono la delusione profonda dell’ambiente. Il rischio di
perdere ed essere eliminati è un dato di fatto e, a questo punto si deve
assolutamente reagire: o la va, o la spacca. E così al 65’ Llorente, entrato per
sostituire Morata, trova il tempo di deviare sottomisura un cross di
Lichtsteiner. I tiro dello spagnolo non è irresistibile, ma va a sbattere sullo
stinco del portiere greco Roberto, il quale cincischia e il pallone finisce in
rete. A questo punto la Juve riprende animo e un minuto dopo, esattamente al 66’
va in vantaggio con Pogba che da fuori area lascia partire un tiro imprendibile
per il portiere Roberto. Da qui in avanti i bianconeri attaccano con
convinzione e con la consapevolezza che avendo maggior possesso palla si ha la
possibilità di neutralizzare le ambizioni residue dell’avversario. Con questa
logica la Juve di Allegri finisce in crescendo il match e, addirittura, ha la possibilità
di andare ancora in gol, ma il rigore concesso dall’arbitro per atterramento di
Tevez in area di rigore è fallito da Vidal. Peccato, perché quello scarto di
due gol sull’Olympiacos avrebbe consentito alla Juventus di stare più
tranquilla in caso di qualificazione per miglior differenza reti. Furibondo
Agnelli in tribuna che, stizzito per l’errore del cileno, scatta come una molla
e lascia anzitempo lo Juventus Stadium. Insomma, una partita adatta soltanto a
coloro i quali possono contare di efficienti coronarie, tali e tante sono state
le altalenanti emozioni che ne hanno fatto una partita avvincente. Pericolo
scampato dunque per la Juventus che può guardare con più tranquillità (ma non
troppa) al prosieguo del suo cammino in Champions. Adesso restano ancora due
partite da giocare nel proprio girone, per entrare di diritto agli ottavi di
finale. La truppa di Allegri deve infatti far visita al Malmo e poi ospitare l’Atletico
Madrid che conduce in testa alla classifica. Ma la Juventus che stenta in
Europa, non è soltanto l’emblema di un calcio italiano declassato, è anche la
sua storia fatta di tanti scudetti e due sole Coppe dei Campioni vinte. Un neo
mai cancellato in cotanto splendore sportivo.
Salvino
Cavallaro