LA JUVE E GLI ERRORI DELLA SOCIETÀ


L'analisi sul delicato momento della Juventus
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Torino, 06/04/2021 -

Mentre per volere di Andrea Agnelli si profila il ritorno di Max Allegri alla Juve con il ventilato interesse di Fabio Paratici per Icardi e Kean, non possiamo che constatare la vera mancanza di programmazione e la collettiva confusione da parte delle più alte cariche dirigenziali della Juventus. Situazioni mai viste nell'ambito della società bianconera che da sempre vanta esemplare metodo di progettualità e di investimenti mirati per restare sempre competitivi anche in campo internazionale. Ma la Juve di quest'anno sembra avere perso la diritta via tracciata dall'antica casata Agnelli, cui il presidente Andrea fa parte non certo come prosieguo di impostazione societaria, in cui ogni cosa, a partire da suo zio Giovanni e dal papà Umberto, veniva stabilita con la massima attenzione all'immagine e allo stile, con la prerogativa essenziale di sbagliare il meno possibile nelle scelte tecniche. Era l'attenzione nell'attorniarsi di figure capaci, affidabili per curriculum e percorsi professionali di fondata serietà. Non esistevano amici, non c'erano preferenze da inserire nell'organico più importante delle aziende calcio d'Italia, ma collaborazioni con persone giuste messe al posto giusto. Una sola debacle juventina ricordiamo in quel periodo in cui la società bianconera decise nel 1990 di affidare la panchina a Maifredi per passare a una mentalità nuova di calcio che si chiamava «calcio a zona». L'incarico di vicepresidente esecutivo del club fu dato allora a Luca Cordero di Montezemolo, manager di riferimento alle dirette dipendendenze dell'Avv. Gianni Agnelli, Ecco, quello fu l'errore marchiano dato dal desiderio di cambiare repentinamente un calcio consolidato negli anni per vittorie, e poi sostituirlo con la modernità di un pallone che all'orizzonte appariva come spettacolo di calcio offensivo, piuttosto che l'antico modulo difensivo con connesso catenaccio. Ecco, a memoria ricordiamo questo come unico vero errore della Juventus di allora che assieme a Maifredi perse la consueta faccia di società sicura, dove nulla era affidato al caso. E oggi che sotto la guida di Andrea Agnelli (pur dopo la conquista di nove scudetti consecutivi, cui riconosciamo apprezzamento per il lavoro fatto) da qualche anno a questa parte si è inserita una sorta di fragilità nelle figure più importanti della dirigenza. Forse tutto è cominciato con la lite con Conte e poi con l'allontanamento improvviso dell'ex amministratore delegato Beppe Marotta. Ecco, secondo noi da lì è partita tutta una serie di situazioni che attraverso l'attrito personale hanno creato confusione e disaccordi tra i tre che sono alla guida della società attuale della Juve: Agnelli, Nedved e Paratici. Il resto è la logica conseguenza di scelte tecniche sbagliate e denari spesso buttati al vento. Questo è secondo noi il vero problema della Juventus di oggi.

Salvino Cavallaro