MA ALLORA, CHI HA FATTO REATO?


Salvino Cavallaro giornalista iscritto all`Ordine Regionale del Piemonte. Nasce a Milazzo (Me) ma ormai da anni vive e lavora a Torino. Ha collaborato con le redazioni di Sprint & Sport, Piemonte Sportivo, Torino Sera, La Nuova Metropoli, Arte & Dintorni, Stadio Goal. Attualmente, scrive per il Palio dei Quartieri News di Torino e collabora con IlCalcio24. In questi ultimi anni ha scoperto il fascino discreto della letteratura ed ha pubblicato il libro Quello che ho scritto, pensato e pubblicatoe Tra interviste e altroedito da Progetto Immagine
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19/01/2013 -

Un polverone senza precedenti. Calciatori, allenatori, addetti ai lavori, tutti coinvolti nella brutta vicenda legata al calcio scommesse. Mesi e mesi di convocazioni giudiziarie e di nomi eccellenti messi a disposizione del Procuratore Federale Palazzi, il quale sembrava avere la panacea di tutti i mali del pallone. Zingari fermati e convocati nell’affannosa ricerca di una verità che ancor oggi non conosciamo. Ma allora chi è che ha partecipato concretamente a puntare denaro in nero attraverso il calcio scommesse? chi ha visto e ha omesso la denuncia? quale società di calcio ha reali responsabilità oggettive su questa losca vicenda? Ad oggi, non è ancora dato sapere. Quando si pensa di aver finalmente trovato chi è stato realmente coinvolto in questo losco affare, ecco che dopo la sentenza di squalifica per determinati giocatori e decurtazioni di punti in classifica per la/le società imputate di responsabilità oggettiva, si procede al riscorso e, in un attimo, tutto svanisce: “Scusate, ci siamo sbagliati, perché il fatto non sussiste”. Questo dice la Corte di Giustizia giustificando l’errore. Non è il primo caso ad emergere e, nel lungo elenco cronologico di squalifiche calcistiche e penalizzazioni varie che sono state scontate e/o smentite, c’è quella sul Napoli e sui giocatori Cannavaro e Grava, prima squalificati per sei mesi e poi riammessi al primo appello della società partenopea. La Corte di Giustizia Federale, infatti, dopo cinque ore e mezza di camera di consiglio ha sentenziato quanto detto. Dunque, dove sta l’errore? Pur immedesimandoci nelle difficoltà oggettive di indagini così difficili e a lungo raggio, il cui punto nevralgico parte da paesi lontani, riteniamo che urga davvero la riforma della giustizia sportiva le cui leggi, evidentemente, non sono regolamentate e adeguate ai tempi. Se veramente non si è sicuri di imputare una lunga o breve squalifica a un calciatore ritenuto colpevole di aver partecipato all’imbroglio sportivo o di averne constatato passivamente l’accaduto senza denunciarne il fatto, non si può pubblicamente rovinarne l’immagine. L’errore ci sta se è episodico, non è ammissibile se è consueto. C’è tutta una serie di calciatori, allenatori e società di calcio che sono state coinvolte e convocate in Procura Federale ma, dopo un grande frastuono, nulla è emerso se non l’errore di aver accusato ingiustamente. L’opinione pubblica, onestamente, non merita di non avere informazioni chiare, corrette, e continua a non capire, confusa com’è, chi ha veramente sbagliato e chi no. Francamente, il pallone ci ha ormai abituato a tutto, e nulla ci può sconvolgere più di tanto, ma l’antico vizietto di assuefarsi all’errore giudiziario legato alla storia del nostro Paese, non può adesso continuare a fondare le sue radici anche sul calcio. Diciamo questo anche a difesa di chi è realmente innocente e si vede messo alla gogna dalla giustizia che ne adombra l’immagine. E poi il campionato. Con questo tira e molla di punti tolti e poi ridati, come si fa a condurre serenamente un campionato di calcio senza falsarlo? Urge più chiarezza nelle indagini e più sicurezza nelle sentenze. Da sempre ci hanno insegnato che si è colpevoli quando si trasgredisce la legge e si è innocenti quando non si commette alcun reato. Non si può essere prima colpevoli e poi innocenti. O si è l’uno o si è l’altro. Il calcio vuole chiarezza e attende fiducioso sentenze concrete, corrette e definitive.

Salvino Cavallaro         

Salvino Cavallaro