INCATENATI PER PROTESTA, LA DEMOCRAZIA DITTATORIALE DI CHI CHIEDE GIUSTIZIA


L`impulso alla colpevolezza e le opportunità del condannato: davvero tutti possono farsi sentire?
tempo: 40ms
RSS
15/08/2012 -

Un anno fa fu Renzo Ulivieri, presidente dell` assoallenatori, ad incatenarsi per protesta davanti alla sede della Figc nel bel mezzo di una tempesta sindacale che rischiava di fermare il campionato per un pezzo, se non fosse poi prevalso il buon senso. Quest`anno è toccato ad Emanuele Pesoli  che adesso ha la compagnia dell`ex Mantova Nassi, squalificato anchelui -, difensore del Verona, proprio nello stesso periodo in cui l`ex mister della Reggina attirò un gran numero di telecamere di fronte alla sede federale.

Sembra quasi un sadico scherzo del destino che l`inizio del campionato debba essere turbato da burrascose discordie, anche se oggi si tratta di più di qualche scaramuccia o disaccord si tratta di calcio scommesse. Si tratta di un giocatore squalificato per tre anni, che chiede un colloquio diretto con quei Carobbio e Gervasoni che tanto hanno smosso le acque perennemente agitate del catino del calcio italiano. Nessuna teatralità, nessun urlo alla caccia alle streghe: solo la volontà di parlare con coloro che lo hanno accusato, a detta sua, ingiustamente. È la determinatezza di questo ragazzo, aldilà della sussistenza  o meno - della sua colpevolezza, che colpisce: un calo di pressione, giramenti di testa, addirittura lo sciopero della fame sotto il sole di Ferragosto. Ma sta sempre lì, a tenere duro.

La domanda che sorge è: perché è così difficile in un Paese come il nostro, che si proclama democratico, ottenere un colloquio con chi ti porta in aula facendo il tuo nome, con conseguente squalifica triennale? È per forza necessario adottare misure di protesta da regime dittatoriale per avere la possibilità di parlare con Abete e, forse, con Palazzi? Pesoli chiede un processo vero, perché si ritiene innocente: e allora in questo caso non bisognerebbe forse approfondire la sua vicenda come sono state approfondite quelle di tanti colpevoli?

Ricordiamo che il suddetto calciatore rischia di star fermo per tre anni, che non è proprio come venire squalificato per due giornate perché hai mandato l`arbitro a quel paese. Ma forse c`è, come dicevo prima, una sorta di misteriosa induzione all`addensamento delle nubi dei sospetti e dei disaccordi. A parte la solita critica di De Laurentiis sul calendario, si è ripetuto esattamente ciò che anche l`anno scorso si era verificato. Anziché cominciare con un nuova battuta di caccia al mostro, ragioniamo inversamente: partiamo dal presupposto che Pesoli sia innocente. Se stessimo davvero distruggendo un sogno ad un calciatore che proprio in questi ultimi anni ha cominciato a vedere le luci del calcio che conta, dopo una carriera tra Anagni, Lupa Frascati, Vittoria, Vicenza, Venezia e Cittadella? Un calciatore che rischierebbe di terminare la sua carriera anzitempo non per un infortunio o per una malformazione cardiaca, ma per un errore giudiziario?

Consideriamo anche questa alternativa, e andiamo a fondo con le indagini. Ma ricordiamo che se adesso dobbiamo curare, è perché non siamo stati previdenti in precedenza, passando dentro il lazzaretto della danarosa promiscuità nudi e indifesi. Si noi, perché la colpa risiede anche nel pacato buonismo che ha sempre accompagnato lo scoppio di una nuova bufera, insieme a temporanee ondate di sdegno più o meno sincere. 

Curiamo, e dopo vacciniamo: bisogna garantire giustizia a tutti, senza il bisogno di incatenarsi e fare sciopero della fame sotto il sole estivo. E soprattutto, che il calcio scommesse ci serva di lezione: come dove c`è carne ci sono i lupi, allo stesso modo dove ci sono grosse  enormi, converrebbe dire  somme di denaro in circolo, ci sono molti predatori in agguato tra cui le organizzazioni criminali (perché sembra non parlarsene più adesso, in relazione al mondo del calcio?) che vedono nelle scommesse un business in grossa crescita che potrebbe scappare di mano a tutti. E allora, il punto di non ritorno verrebbe davvero varcato.

Samuel Boscarello