TOTÒ SCHILLACI, “IL GOL È TUTTO”.


L`ex bomber della Juventus e della Nazionale Italiana, ha presentato il suo libro e inaugurato a Milazzo lo Juventus Club Alessandro Del Piero.
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Milazzo (Me), 19/08/2016 -


In un caldo pomeriggio d’estate, Totò Schillaci è venuto a Milazzo per presentare il suo libro intitolato “Il gol è tutto” edito da Piemme con la prefazione di Edoardo Bennato. Ma è stata una duplice visita la sua, perché in contemporanea ha anche inaugurato lo Juventus Club DOC della città mamertina, che ha così realizzato le numerose richieste dei sostenitori bianconeri, di rinnovare l’ormai vetusto e non più attivo Juventus Club Milazzo intitolato a Michel Platini dell’ex presidente Vincenzo Cannistrà, che oggi si presenta nelle vesti di presidente onorario del nuovo club intitolato ad Alessandro Del Piero. In un Atrio del Carmine gremito in tutti i suoi posti disponibili, Totò Schillaci ha parlato a ruota libera e con dovizia di dettagli del suo libro che racconta come il gol nel calcio possa cambiare la vita. Una letteratura semplice capace di arrivare a tutti gli amanti di storie di vita che s’intrecciano alle fortune di un calcio che improvvisamente ti porta sul tetto del mondo. Sono sentimenti che ciascuno riesce a fare propri, con quel filo conduttore che parte dalla povertà più povera e ti fa raggiungere a una celebrità improvvisa che sbigottisce, che quasi non ti fa riflettere come tutto ciò sia potuto accadere. E’ il sogno che si avvera, che si materializza come quasi non avevi neanche sperato, ma ti coinvolge in maniera totale e ti rivoluziona sostanzialmente uno status che diventa privilegio. E’ il gol che è tutto, che fa vincere la tua squadra, che ti porta alla ribalta, che crea immagine e ricchezza. Nato a Palermo nel 1964 nel quartiere Cep, dove i ragazzini si scambiano la droga come in altri posti si scambiano le figurine dei calciatori, Totò Schillaci è stato capocannoniere ai Mondiali d’Italia ’90 e Scarpa d’Oro nello stesso anno. Ma per gli italiani del football quel mondiale ’90 iniziò al 78’ minuto di Italia - Austria, quando Schillaci, ultimo convocato, scende in campo e in quattro minuti segna il gol della vittoria. Erano le notti magiche fatte di girotondi di clacson, sventolii di bandiere e l’inno a Totò gol. L’Italia del pallone sembrava impazzita. Gli occhi spiritati di Totò Schillaci che venivano inquadrati dalle telecamere dopo ogni suo gol, fecero il giro del mondo ed erano significativi di chi, per trovarsi lì, ha preso a morsi il destino. Il racconto di Totò Schillaci scorre in maniera fluida, passionale, senza intoppi, come se tutto fosse accaduto soltanto ieri, E’ la storia di un ragazzo che partito con il pallone in valigia da Palermo è arrivato a Messina dove ha conosciuto grandi allenatori strateghi come Scoglio e Zeman che gli hanno costruito il trampolino di lancio di una carriera ad altissimo livello nella Juventus dell’Avv. Giovanni Agnelli e Giampiero Boniperti che gli hanno spalancato le porte della Nazionale Italiana. Già, la maglia azzurra. L’ennesimo sogno che si realizza nella vita di Totò Schillaci. Una vita che è sempre legata al gol segnato che è tutto, perché lo realizzi quando entri in campo a partita in corso e fai vincere la tua squadra. Un segno del fato che è forse il motivo conduttore della sua storia di campione talentuoso e fortunato, come se qualcuno dall’alto del cielo gli avesse dato una mano. Un destino fatto di tante sfaccettature di vita che si dipanano tra glorie calcistiche e fatti personali, che hanno segnato il percorso umano di Totò Schillaci. Egli non sembra avere problemi nel raccontare i suoi trascorsi legati alla sua sfera affettiva e ai legami matrimoniali non sempre felici, che l’hanno provato. E’ un Totò Schillaci che dà se stesso alla sua gente, non curante di alimentare la curiosità generale, ma con la consapevolezza di esprimere tutto il suo orgoglio di quanto ha fatto nella vita di calciatore e di ragazzo venuto dalla povertà del profondo sud. Non ha amato la scuola, questo è stato un neo indelebile che gli ha impedito di crescere sotto l’aspetto culturale, tuttavia, resta pur sempre l’esempio di un ragazzo venuto dalla povertà del profondo sud d’Italia, che se non avesse costruito la sua storia di campione di calcio, chissà cosa sarebbe stata la sua vita.

Salvino Cavallaro













Salvino Cavallaro