ITALIA: DEVI VINCERE


I motivi per i quali l`Italia non riesce a vincere
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Poznan, 15/06/2012 -

Dopo la partita di ieri i sessanta milioni di commissari tecnici che vivono nel nostro paese si sono scatenati, ed assisteremo ancora in  questi giorni - statene certi - all'analisi dei nomi eccellenti che sono rimasti a casa, con riferimento in particolar modo alle punte (Matri, Pazzini, Osvaldo, Destro per fare qualche nome), così come alle critiche per il modulo dello schieramento messo in campo ieri dal c.t. Prandelli. Una cosa è certa: ogni italiano che segue il calcio in cuor suo non riesce a capire come sia possibile che una nazionale attenta alla fase difensiva com'è storicamente la nostra possa farsi sistematicamente rimontare. L'Italia ci ha abituati a strenue difese di rosicati vantaggi, le quali però andavano quasi sempre in porto. Tutti ricordiamo eroici baluardi azzurri ergersi contro manipoli di indiavolati attaccanti che provenivano dalle americhe o da paesi europei votati ad un calcio spumeggiante, ma non vincente. I nostri eroi si chiaramavano Gentile, Cabrini, Scirea, Baresi, Maldini, Nesta, Cannavaro, ad esempio. In questo Europeo, invece, facciamo gol e poi subiamo il pareggio. Perché? Sicuramente la condizione fisica degli azzurri non è delle migliori: per stessa ammissione del nostro allenatore, infatti, reggiamo un'ora e poi non ne abbiamo più. C'è da dire, poi, che qualche colpa ce l'ha anche lui, visto che non è sembrato deciso nel momento in cui, nel secondo tempo, la partita era nelle mani della Croazia e bisognava provare a cambiarne l'inerzia con le sostituzioni (Balzaretti per Giaccherini, Nocerino a far legna o ancora l'inserimento di punta veloce all'inizio del secondo tempo). Ma la vera ragione della mancanza di vittorie di una squadra non meravigliosa ma comunque rispettabilissima come la nostra è un'altra: l'Italia, oggi, non ha il carattere, la rabbia, la determinazione e la voglia di successi che hanno la Germania o la Spagna. Ciò emerge chiaramente  nelle fasi conclusive del gioco, quando, già rimontati, gli azzurri si guardano cercando negli occhi del compagno una possibile soluzione che non trovano. Hanno quattro giorni scarsi per cercare dentro loro stessi la forza di chi vuole vincere, portarla in campo e farci sperare nel passaggio del turno.

Marco Galeotti