IL CATANIA CHE NON FINISCE MAI DI STUPIRE


Salvino Cavallaro giornalista iscritto all`Ordine Regionale del Piemonte. Nasce a Milazzo (Me) ma ormai da anni vive e lavora a Torino. Ha collaborato con le redazioni di Sprint & Sport, Piemonte Sportivo, Torino Sera, La Nuova Metropoli, Arte & Dintorni, Stadio Goal. Attualmente, scrive per il Palio dei Quartieri News di Torino e collabora con IlCalcio24. In questi ultimi anni ha scoperto il fascino discreto della letteratura ed ha pubblicato il libro Quello che ho scritto, pensato e pubblicatoe Tra interviste e altroedito da Progetto Immagine. Contatti: salvinocavallaro@libero.it
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12/11/2012 -

Da Lo Monaco a Gasparin, da Montella a Maran, da Maxi Lopez a Bergessio, per il Catania non cambia nulla anzi, per meglio dire, cambia il mezzo ma non il fine. E, seppur alla continua ricerca della vittoria esterna, gli etnei con i loro 16 punti vantano una classifica importante che, tuttavia, non manifesta ancora quel salto di qualità che è nelle corde di questo Catania. Una squadra che è sicura tra le proprie mura, dove vince e convince anche contro le grandi del campionato, ma che sembra un po’ troppo intimorita fuori casa, dove ha ottenuto una serie di pareggi senza conquistare alcuna vittoria. Un ruolino di marcia comunque importante che mette in evidenza un Catania che, attraverso la consapevolezza della propria forza, smania nel desiderio di crescita per arrivare là, dove oggi solo il sogno può permettere certi traguardi. Il Catania cambia ogni anno pochi calciatori per apportare alle casse etnee nuova linfa vitale per ripartire con vigoria. Acquista giocatori quasi tutti argentini semi – sconosciuti, destinati poi a fare la differenza nel tempo. Una politica giusta che dà merito alla società del presidente Pulvirenti di saper gestire con competenza un settore, quello calcistico, che spesso non ha uomini e idee tali da non essere in grado di apportare la qualità necessaria. Nel calcio, quando si trova la quadratura del cerchio, non si deve smembrare tutta la squadra ma, più semplicemente, bisogna andare per gradi e sostituire soltanto pochi calciatori, la cui vendita è capace di migliorare il bilancio societario. Questo Pulvirenti lo sa molto bene, e non è un caso che mantenga lo zoccolo duro della squadra formato da Andujar, Le Grottaglie, Spolli, Almiron, Marchese, Gomez, Lodi, Izco, Biagianti, Bergessio, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Noi riteniamo davvero che se questo Catania, capace di vincere e convincere attraverso il suo bel gioco, riesca a crescere nell’autostima anche fuori casa, potrà seguire le orme della Fiorentina di Montella che, pur non potendo vantare grandi campioni all’interno della sua squadra, sviluppa un calcio brillante frutto di una compagine coesa e consapevole nei propri mezzi. Ecco, il Catania lo vediamo proprio così e siamo certi di non sbagliare. Importante che Pulvirenti continui con questa sua politica costruttiva fatta di piccoli passi, con procedere lento ma appagante nel tempo. Grande merito va anche alla competenza indiscussa degli osservatori catanesi, capaci di individuare calciatori argentini dal basso costo, ma che per la loro qualità tecnica sapranno essere valorizzati nel tempo. Oggi che siamo in tema di crisi economica e finanziaria, il calcio moderno ci insegna più che mai che è giusto acquisire investimenti importanti attraverso acquisti mirati a spendere poco per poi guadagnare tanto.  E, se questi sono i risultati, possiamo davvero esortare il presidente Pulvirenti e la società del Catania calcio a perseverare e proseguire su questa strada, perché questa è quella giusta. Ad maiora Catania!

Salvino Cavallaro   


Salvino Cavallaro