WANDA NARA È LA SOLA RESPONSABILE DELLA CONFUSIONE INTER?


L`Inter, Wanda Nara e Icardi al centro di un caso che ha molti responsabili.
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Milano, 16/02/2019 -


Ripercorrendo la questione Inter e Icardi – Nara, ci sono molti punti che indicano come questo polverone sollevato dalla società di Suning abbia molti responsabili. E’ vero, tra i post nei vari social e le pubbliche chiacchiere nei salotti televisivi, Wanda Nara sembrerebbe maggiormente esposta alle ire di tutti, società e tifosi nerazzurri compresi. Tuttavia, mentre Mauro Icardi tace e si chiude in un assordante silenzio, c’è da dire che gli stessi vertici della società nerazzurra hanno sbagliato nell’affrettare la decisione di togliere la fascia di capitano al centravanti argentino. Infatti, riteniamo che se ci sono stati così gravi motivi di Icardi nell’ambito del comportamento esterno e interno allo spogliatoio, sarebbe stato più giusto non rendere pubblico ciò che invece si doveva fare a fine stagione. E fa specie che proprio l’Ad Beppe Marotta, ancora così ammantato da scuola Juventus in cui tutto rimane rigorosamente tra le mura della propria società, sia stato coinvolto da una questione che, evidentemente, non è riuscito a gestire nel silenzio circoscritto tra allenatore e dirigenti nerazzurri. Certo, quando c’è una voce fuori dal coro che fa scalpore come quella della biondissima e avvenente moglie - procuratrice Wanda Nara, anche i grandi manager di pluriennale esperienza gestionale di società di calcio ad alti livelli, si trovano in qualche modo spiazzati nel prevenire una “bomba” che dai e dai è scoppiata con disarmante ingenuità. Sarebbe stato opportuno da parte di Marotta and company, convocare a un tavolo Icardi e Wanda Nara per discutere del contratto in scadenza e in quella occasione magari istruire l’avvenente procuratrice di non rendere pubbliche le parole dette in quella circostanza. Invece, probabilmente per una indecisione dovuta alla società, si è sempre rimandato tutto con dichiarazioni di apparenza in cui si affermava che per il rinnovo del contratto di Icardi non ci sarebbero stati problemi di sorta. Dietro questo atteggiamento non decisionale della società, c’è stato evidentemente un volere attendere per avere le idee chiare sull’Inter del prossimo anno. In buona sostanza, se la società di Suning vuole rinnovarsi per costruire una squadra veramente capace di rappresentare l’anti Juve nel campionato italiano,deve in qualche modo cedere il centravanti argentino. Ma l’attesa è stata troppo lunga e Wanda Nara si è pure permessa nel frattempo di andare in televisione e parlare di fatti anche tecnici legati all’allenatore e alla squadra che sarebbero responsabili di non dare a Icardi almeno 5 palloni per partita, che fossero giocabili per fare gol. Ed ecco l’immancabile reazione di forza della dirigenza nerazzurra, che togliendo la fascia a Icardi ha dato prova di un’azione chiaramente punitiva nei confronti dell’argentino. Una decisione troppo affrettata, perché l’Inter dopo queste parole che hanno reciso irrimediabilmente ogni rapporto con il giocatore, avrebbe dovuto continuare fino a fine anno una situazione di apparenza pubblica, che non sarebbe andata a creare confusione in una squadra che vuole finire il campionato piazzandosi per l’Europa che conta e tentare di conquistare magari una Coppa Europa League che riuscirebbe in qualche modo ad addolcire l’amara pillola di tante aggrovigliate situazioni. Adesso è tutto difficile, perché il malumore dell’argentino che aleggia sul cielo di Appiano Gentile, non fa altro che peggiorare una situazione interna troppo difficile per l’allenatore e lo spogliatoio. Dunque, in tutta questa storia di disordine aziendale calcistico, c’è ancora da rimarcare che a Wanda Nara è stata scagliata una pietra sul parabrezza della sua macchina, mentre accompagnava suo figlio a disputare una partita di calcio con la maglia dell’Inter. Atti vandalici di fanatismo pallonaro, che noi stigmatizziamo senza se e senza ma. Tuttavia, certe situazioni sono l’emblema di mancanza di mediazioni private tra società e calciatore, capaci di non farti cadere nel’impulso dello sgarbo, della ripicca, dell’offesa che provoca attrito e la certezza di non uscirne più. Ciascuno fermo nelle proprie ragioni e nel desiderio di fare capire che comunque un tesserato di calcio deve in qualche modo attenersi alle regole della società. Ma questa volta anche la società non è stata in grado nel prevenire tempestivamente il terremoto che poi è successo.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro