UDINESE, GUIDOLIN E QUEL SOGNO INFRANTO


Udinese Guidolin
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30/08/2012 -

Evidentemente non sono in grado di guidare una squadra in Champions League. E` l`amaro sfogo di Francesco Guidolin, allenatore dell`Udinese e coach di lungo corso. Sarà stato difficile per lui addormentarsi la sera del 28 agosto 2012 dopo la sconfitta ai rigori da parte della sua squadra, ma deve essere stato ancor più difficoltoso alzarsi al mattino dopo, pensando a ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Per il secondo anno consecutivo, infatti, l`Udinese di Guidolin fallisce i play off per acquisire il diritto di entrare a far parte della grande vetrina della Champions League. Sembra davvero una disdetta, un destino crudele dal quale non ci si può esimere, un fato contro il quale non è possibile combattere. Ma Guidolin, mister di nobili principi e ricco di valori umani, non fa cenno al rigore calciato dal brasiliano Maicosuel con un tiro banale e presuntuoso che voleva mettere in luce un irridente cucchiaio che non è nelle corde di un giocatore come lui che, onestamente, non vanta le capacità tecniche e balistiche di Pirlo ma neanche di Totti e Del Piero. Eppure, oggi l`amarezza si taglia a fette, ma dalla bocca di mister Guidolin non esce alcuna parola contro i suoi calciatori che, a suo dire, hanno fatto di tutto per vincere quella partita che, per lui e il sodalizio friulano, avrebbe significato tutto. Mi prendo tutte le responsabilità del casodice il buon tecnico friulano. Incredibile! Nel vorticoso carrozzone del calcio contemporaneo in cui siamo abituati alle polemiche, al botta e risposta, ai veleni senza fine e alla mancanza di stile, ascoltare certe dichiarazioni dal gusto disarmante, conquista la nostra sensibilità e la penna di noi giornalisti. Davvero non si può fare passare come minimalista un messaggio così genuino senza dare atto dell`alto senso di umanità. Guidolin, tecnico illustre di Castelfranco Veneto, è un vero condottiero capace di abbandonare la nave non prima di aver salvato l`intero equipaggio. Più volte, interessandoci di tesi preparatorie agli esami di allenatori di calcio che desiderano acquisire il patentino di Prima Categoria in quel di Coverciano, abbiamo letto interessanti trattati sulla Leadership di gruppoe, tutte le volte, immancabilmente, abbiamo riflettuto su quanti di questi futuri tecnici della pelota nostrana, avrebbero saputo mettere in atto ciò che teoricamente hanno saputo stilare con diligenza. A seguire il campionato di calcio italico, potremmo dire che soltanto uno, su un milione di tecnici, si rende concretamente interprete della difficile capacità di essere leader e, quindi faro illuminante, per un gruppo che ha bisogno del proprio condottiero. Ci rendiamo conto che si tratta di discorsi difficili da attuare in un calcio che non ammette la cultura della sconfitta e dove la vittoria deve essere raggiunta a tutti i costi, anche con metodi illeciti. E poi, incolpare pubblicamente il proprio giocatore che ha sbagliato un rigore determinante non è gesto di stile. Pur avvolto dall`amarezza cocente della sconfitta e da probabili aleggianti pensieri di abbandono, Guidolin ha dato dimostrazione di signorilità, di correttezza e di esempio non comune. Il calcio ha bisogno di questi uomini veri. Solo così si costruisce un domani migliore.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro