CONTE CHE FAI. PERCHÉ NON CAMBI?


La deludente ma non tanto sorprendente prestazione della Juventus all’Olimpico di Roma, pone molti interrogativi. Già da molto tempo sosteniamo la necessità di dare fiato a un gruppo di giocatori che in un anno e mezzo di campionato, hanno tirato fuori l’anima e forse qualcosa di più
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18/02/2013 -

La deludente ma non tanto sorprendente prestazione della Juventus all’Olimpico di Roma, pone molti interrogativi. Già da molto tempo sosteniamo la necessità di dare fiato a un gruppo di giocatori che in un anno e mezzo di campionato, hanno tirato fuori l’anima e forse qualcosa di più. Bonucci, (Chiellini si salva perché infortunato) Barzagli, Lichtsteiner, Pirlo, Marchisio, Vidal, Asamoah, Vucinic e a turno Giovinco e Matri. Sempre gli stessi a correre, interdire e attaccare gli spazi in maniera forsennata, così come pretende Conte, il coach premiato con la panchina d’oro come riconoscimento al miglior allenatore del campionato 2011-’12. Un Tour de Force  di incredibile sforzo psicofisico, un dispendio di energie mentali e fisiche che non permettono a nessun campione al mondo di non riposare per qualche turno. Ma la Juventus ha un parco giocatori invidiabile. Quagliarella, Peluso, Caceres, Isla, Giaccherini, Marrone, utilizzati a spizzichi e bocconi, perché? Dopo la stupenda partita di Champions contro il Celtic, Conte avrebbe dovuto cambiare almeno quattro o cinque giocatori che costituiscono l’asse portante della Juventus che apprezziamo ormai dall’anno scorso e che si trova a meraviglia nel sistema tattico voluto dal suo allenatore. E’ vero che squadra che vince non si tocca, tuttavia, sembra quasi un pensiero comune quello di non cambiare alcuni giocatori pur senza sconvolgere l’assetto tattico ormai consolidato. Sembra quasi non volere far torto a giocatori che hanno dato tanto ottenendo ottimi risultati, ma che non si devono cambiare per non urtare la loro suscettibilità.

Queste considerazioni ci riportano indietro nel tempo, quando il C.T. Prandelli non si sentì di cambiare alcuni giocatori della Nazionale in occasione della finale Europea contro la Spagna. Un errore fatale che costò una bruttissima figura alla nostra Nazionale Italiana e la conseguente vittoria degli spagnoli offertagli in un piatto d’oro. Riteniamo che certe scelte debbano essere prese in considerazione del fatto che un gruppo di professionisti del pallone deve capire l’importanza di stare in panchina o in tribuna, anche dopo essere stati artefici di tante vittorie. Riposare non è per niente irriverente e avvilente, anzi la cosa deve inorgoglire. Ma questo tipo di cultura sembra non essere consona a quasi tutti gli allenatori che, forse per timore di sbagliare e di non creare musi lunghi, si affidano ai soliti affidabili “condottieri”. La Juventus, e Conte in particolare, avrebbe dovuto agire in questo modo. Vidal, Asamoah, Vucinic, non sono mai entrati in partita e gli altri non sono mai arrivati prima sul pallone. Sempre in ritardo e con idee confuse. Quella non era la vera Juventus, non poteva esserlo. Adesso urge ravvedersi, almeno se si vuole portare avanti con la stessa determinazione sia il Campionato che la Champions. Oltretutto, la Juve di Conte deve rallegrarsi che il Napoli non ha saputo approfittare della ghiotta occasione di recuperare tre punti. Questo è un segnale evidente, che la sorte è dalla parte dei bianconeri. Ma fino a quando?

Salvino Cavallaro     


Salvino Cavallaro