FIORENTINA, AMAURI SI RACCONTA: «HO VISSUTO QUI DA CLANDESTINO. POI LA SVOLTA»


Nella vita ho lavorato come muratore. Non mi vergogno a dirlo perché questo mi consentiva di guadagnare i soldi per aiutare la mia famiglia
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12/04/2012 -

Il centravanti della Fiorentina, Amauri, è stato intervistato da Mediaset Premium per il programma La tribù del calcio. Sportmediaset pubblica una trascrizione dettagliata di quanto detto dal brasiliano:

"Nella vita ho lavorato come muratore. Non mi vergogno a dirlo perché questo mi consentiva di guadagnare i soldi per aiutare la mia famiglia. Ho lavorato in un supermercato, in una fabbrica di carbonella e nel settore metallurgico. Ho fatto di tutto e nel frattempo riuscivo a fare qualche provino e ad allenarmi. Tante volte però arrivavo stanco, con tanti pensieri e non riuscivo ad esprimermi al meglio. Qualcuno però mi notò e mi portò a fare un provino nel Santa Catarina, un club di serie B che si trovava a dieci ore da San Paolo. Iniziai a segnare con continuità e a gennaio mi inserirono in una rappresentativa che partecipava al torneo di Viareggio. Venni in Italia, ma le squadre italiane non mi potevano tesserare. Così finii in Svizzera, al Bellinzona, in serie B: poi, all'inizio della stagione successiva, l'allenatore mi disse che per me non c'era più spazio. Che faccio? Dove vado? Di colpo mi ritrovavo da solo".

"Mi spedirono in Belgio a fare un provino ma in pratica rimasi prigioniero in un albergo una settimana. Così tornai in Italia ed andai a Torino, dove per due mesi - ed è la verità - ho vissuto praticamente da clandestino. Non avevo il biglietto di ritorno per il Brasile e tutte le mie speranze erano svanite nel nulla. Un giorno mi chiamò Grimaldi, che poi sarebbe diventato il mio procuratore, e mi disse di prendere il primo treno per Napoli. Iniziai a giocare con la Primavera e dopo un po' venni aggregato alla prima squadra. Ci trovai Edmundo, che era il mio idolo dell'infanzia, e da quel giorno iniziai a vedere un po' di luce".

IlCalcio24 Redazione