«SETTANTA ANGELI IN UN UNICO CIELO». UNA COSA BELLA!


Una bellissima iniziativa nel lento processo di sensibilizzazione sportiva e sociale
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Torino, 28/04/2014 -


Dal 16 febbraio al 20 aprile, presso il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, si è svolta una mostra davvero speciale, forse unica nel suo genere. “Settanta Angeli in un unico Cielo” è il titolo di un evento che va oltre ogni provocazione e oltraggio che spesso assistiamo all’interno degli stadi, per ricordare a tutti che le tragedie non hanno bandiere e che ogni angelo è una leggenda. La tragedia di Superga del 4 maggio 1949 si stringe all’altra tragedia dello Stadio Heysel di Bruxelles avvenuta il 29 maggio 1985. Cambia il giorno, cambia l’anno, cambia la fede calcistica, ma non cambia il mese delle avvenute tragedie e neanche il dolore per la morte di 70 persone che è muto, uguale nel lasciarti inerme, che è disarmante di fronte a un destino crudele che ha colpito i tifosi del Torino e della Juventus. Un po’ come dire che davanti alle tragedie e alla morte  c’è poca voglia di pensare al distinguo di una appartenenza calcistica che storicamente si contrappone, talora, anche in maniera eccessiva. Storia di curve, storia di frange estremiste che ci portano indietro negli anni per rivalità che sconfina in una mancanza di sana cultura e di civiltà. Giusto il tifo, giusta la passione, giusti i sani sfottò, giusta la rivalità agonistica in campo e fuori, giusto tifare per la propria squadra nel rispetto della passione degli altri. Sbagliato è prevaricare nell’offesa ed è aberrante quando si trascende nella provocazione e nell’oltraggio verso i morti che non hanno, non possono avere né colore, né bandiera alcuna. E’ un fatto di sensibilità, di umanità, di civiltà e maturazione sportiva che tarda ad arrivare, a rientrare nella logica naturale del rispetto per la sacralità della morte. Ed è proprio nell’occasione delle avvenute tragedie che è giusto rispettarsi, camminare fianco a fianco in sintonia, non tenendo conto delle diverse passioni, delle antiche ruggini, delle cattiverie che spesso avvelenano e sfociano in maniera esasperata e incontrollata in guerriglie tra opposte fazioni. Sì, perché la tragedia, il dolore e la morte deve unire, mai disgregare. Ed è per questo nobile motivo di riflessione che ringraziamo di cuore il Museo del Grande Torino, il suo presidente Domenico Beccaria, il direttore Giampaolo Muliari, i componenti dell’AMSG (ASSOCIAZIONE MEMORIA STORICA GRANATA) e tutti i volontari di fede granata che si sono prodigati in maniera lodevole nell’organizzare questa bellissima mostra dedicata ai “Settanta Angeli che sono sotto un unico cielo; il cielo di Torino”. E’ davvero “UNA COSA BELLA”, questa idea museale granata, una riflessione a guardare dentro la nostra anima, un esempio che vorremmo fosse seguito anche dallo Juventus Museum, proprio per continuare quel processo di sensibilizzazione che dovrebbe aiutare ad accorciare i tempi nel raggiungimento di quella maturazione sociale nell’ambito dello sport che si chiama “RISPETTO”, ma anche “SENSO CIVILE’”.

Salvino Cavallaro

  



Salvino Cavallaro