SE NON SOFFRE NON È ITALIA


Euro 2012 Italia Irlanda
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19/06/2012 -


Se non soffre, non è Italia. Se non si piazza sull'orlo del baratro, non è Italia. Se non fosse capace del colpo di reni che la riporta su, non sarebbe Italia.

Italia-Irlanda è stata questo e altro, per non parlare dell'ultimo, infernale, infinito minuto sospeso nello spazio e nel tempo fra Poznan e Danzica.
Ho sostenuto per tutta la settimana che non ci sarebbe stato alcun accordo anti-Italia e così è stato. Da una combine gli spagnoli avrebbero avuto tutto da perdere e certe cose si capiscono, non tanto dai commenti giornalistici, quanto dalla luce che emanano gli occhi dei protagonisti.
I primi trenta minuti sono stati un incubo. Italia lenta, macchinosa, nervosa: gli azzurri hanno fatto così pena che la piccola Irlanda del Trap sembrava la Spagna. Il nervosismo ha sicuramente giocato un brutto scherzo agli uomini di Prandelli, data l'importanza della posta in palio. Ma una partenza così disastrosa era inimmaginabile.

La confusione ha regnato sovrana a centrocampo: Thiago Motta andava a due all'ora, De Rossi è improvvisamente scivolato nell'anonimato; Balzaretti e Abate non trovavano vie di fuga lungo le fasce, Pirlo e Marchisio si sono ritrovati soli contro gli irlandesi che agonisticamente sono feroci, almeno fino a quando hanno birra in corpo.

L'inizio della ripresa è sembrato confortante, soprattutto perché De Rossi è tornato il gladiatore che conosciamo e anche Balzaretti ha cambiato passo. L'ingresso di Diamanti ha cambiato tutto in meglio. Gli irlandesi hanno dato battaglia sino all'ultimo respiro e i minuti finali sono stati di Balotelli contro tutti, esaltandone le doti di gladiatore: SuperMario le ha date e le ha prese senza paura.

E poi, gli ultimi, infiniti minuti di Spagna-Croazia. L'incubo del biscotto che è calato nuovamente su tutti gli italiani per poi svanire. Perchè gli spagnoli si sono divertiti a metterci paura paventando il pareggio, ma sarebbe stata un'onta incacellabile per tutti gli sportivi iberici che a queste cose ci tengono. L'augurio è di ritrovarsi in finale.

 


 

Antonio Ioppolo